Ma sì che si torna al Sud, a volte Lucio lo faceva, portava a riposare idee e parrucchino a Milo, in Sicilia, o alle Tremiti, in Puglia, e ricominciava a tessere le trame delle sue nuove canzoni, cercando sempre di rinnovarsi, ovviamente. Rischiava, a volte, che gli venisse fuori la pacchianeria inattesa di canzoni come "Zingaro", "Anni luce", "Serial Killer", "Baggio Baggio", quattro dei brani più stanchi, bolsi e prevedibili che Dalla abbia mai scritto, ma ecco che, anche negli anni in cui pareva battere più la fiacca sul fronte cantautorale, risucchiato com'era sempre da mille altri progetti (opera lirica, teatro, gallerie d'arti figurative, colonne sonore, partecipazioni a varie trasmissioni televisive), il Ragno dava comunque delle zampate da fuoriclasse assoluto. Qui, in buon ordine: "Chi sarò io", brano inquietante, moderno e con un testo particolarmente evocativo, "Siciliano" con una fantastica tessitura musicale e vocale, "La strada e la stella", ballata tra le migliori di tutto il repertorio del bolognese, così densa di riflessioni sull'impossibilità di qualsiasi rapporto amoroso e sulla paura atavica di una solitudine assoluta, da lasciare ancora incantati ad un ascolto più mirato per la sua profondità, "Notte americana", scritta con la Nava, che ha un momento di cantato che è tra i più lancinanti e accorati dell'intera carriera di Dalla, "Agnese Dellecocomere", brano sull'innocenza perduta e mai più ritrovata, di chi si sentiva veramente libero soltanto in quella terra di mezzo che è l'adolescenza - adolescenza già mirabilmente descritta in pezzi del passato come "Cuori di Gesù" e "Amici"- e, infine, "Domenico Sputo", una canzone assolutamente fondamentale per capire l'universo poetico e cantautorale del Lucio presente, passato e futuro: una disperazione costante che si ammanta di ironia e randagismo. Merita soltanto un piccolo cenno "Kamikaze" che avrebbe potuto essere una grande canzone, ma si ferma a metà, quasi timorosa di essere realmente deflagrante. Ma, checché ne dicano i soliti critici che si fingono lupi (ma pecore sono e rimarranno tali), Lucio continua a tirare frecce uniche dal proprio arco; e il cuore ancora gli tiene.

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