Stubby Preston (Fabio Testi) è un giocatore professionista. Un baro. Quando mette piede a Salt Flat lo sceriffo del posto, un duro, non ci pensa su due volte prima di portargli via i ferri del mestiere e di sbatterlo dentro.
Salt Flat è un postaccio. "La città più sporca di tutta l'America." Uno di quei posti dove "La legge è una risata, la morte un modo di vivere." Ma lo sceriffo decide di dare una ripulita alla cittadina e di eliminare chi non gli va a genio. Durante la notte Salt Flat viene messa a ferro e fuoco da una banda di killer incappucciati. Sarà un massacro. Stubby ha qualche dollaro da parte e riesce ad avere salva la vita con i suoi nuovi compagni. La prostituta incinta "Bunny" (la bella e dannata Lynne Frederick), Clem l'ubriacone (Michael J. Pollard) e Bud il becchino (Harry Baird). Un nero completamente fuori di testa che sostiene di essere amico dei morti.
I quattro, capitanati da Stubby, si lasciano Salt Flat alle spalle e si mettono in cammino per il deserto verso il loro destino.

Il destino dei quattro si chiama Chaco. Chaco, uno straordinario Tomas Millian in quella che forse è una delle sue migliori interpretazioni di sempre, è un bandito. Sostiene di essere stato derubato e chiede (impone) ai quattro di unirsi a loro. E' un grande cacciatore e non ci mette molto tempo per guadagnare la fiducia dei suoi nuovi e sfigati compagni di viaggio. Ma presto rivelerà la sua vera natura. Chaco è un bastardo e un sadico assassino. Scuoia vive le persone, ammazza donne e bambini e si fa di peyote.
Chaco fa assaggiare del peyote anche ai suoi quattro compagni di viaggio. Poi violenta Bunny e spara ad una gamba Clem, mentre Stubby, che è stato legato dal bandito e che sempre si era mostrato diffidente nei suoi confronti, giura di ammazzarlo.
I quattro riprendono il viaggio. Clem muore. Bud impazzisce definitivamente. Forse si aggira ancora in una qualche città fantasma degli States. Stubby e Bunny invece raggiungono un paese di minatori, dove la ragazza darà finalmente alla luce il suo bambino. Ma muore di parto. Stubby allora parte alla ricerca di Chaco. Della sua vendetta.

Lucio Fulci è un genio. Da ragazzo ha parato un rigore a Mazzola (Valentino) ed è universalmente riconosciuto come uno dei maestri dell'horror e dello splatter. Nel 1975, anno in cui esce nelle sale "I quattro dell'Apocalisse", ha smesso di fare commedie e musicarelli. "I quattro dell'Apocalisse" è uno spaghetti western (Lucio Fulci ha già diretto nel 1968 il cruento "Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro" con Franco Nero che, per l'occasione, indossa le "vestigia" del "biondo" Clint Eastwood). La sceneggiatura è di Ennio De Concini e si basa su quattro racconti di Francis Brett Harte. Pistole, deserti, villaggi di minatori e villaggi fantasma. Puttane, ubriaconi. Reverendi che giocano a poker e i soliti, immancabili, mormoni (o meglio "la chiesa felice del Cristo vivente") svizzeri. Ma nel 1975 il genere stava morendo e Lucio Fulci, che si considerava un "terrorista dei generi", decide di arricchire la trama con il suo personalissimo stile.
"Uno degli unici tre western prodotti sino ad oggi nel mondo che sia vietato ai minori di 18 anni per la sua drammatica, feroce, violenza." Così recitava la frase di lancio. Il limite fu poi abbassato ai 14 anni. Ma alcune scene vennero tagliate. Marco Giusti, autore televisivo e critico cinematografico che nel 2007 ha curato la retrospettiva dedicata al western all'italiana per la Mostra del cinema di Venezia, lo ha definito un "western sadico". E' un western sadico e un road movie allucinato e psichedelico. I protagonisti sono quattro perdenti. Un baro, una puttana, un ubriacone e un matto che viaggiano attraverso il deserto. Come il capitano Willard che risale il fiume Nung fino in Cambogia. Come Capitan America e Billy che viaggiano attraverso gli Stati Uniti a bordo delle loro motociclette. Chaco è vestito come un hippy di Woodstock. E le bellissime musiche - da segnalare, alle percussioni, la presenza di Tony Esposito - di Bixio, Frizzi (Fabio) e Vince Tempera giocano un ruolo fondamentale nelle dinamiche della storia. Tomas Millian, in quello che è e resterà il suo ultimo western, è perfetto nel ruolo di Chaco e dichiarerà poi di essersi ispirato, nella caratterizzazione del suo crudele personaggio, al serial killer statunitense Charles Manson. Fabio Testi è ancora un attore.

"I quattro dell'Apocalisse" è un film violento. Ci sono vendicatori con il volto coperto che compiono massacri. Sceriffi corrotti e sceriffi scuoiati vivi. Stupri e banditi che si fanno di peyote. Cannibalismo. E vendette al sapore di schiuma da barba.

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