Una biografia 'giornalistica', raccontata con essenza e interventi di numerose persone contattate in tutta la vita di Fabrizio De André, anche lui stesso, da leggere in un fiato, senza soffermarsi come tendono spesso le biografie sui personaggi famosi sui particolari.

Qui si incontra il Fabrizio De André degli anni genovesi, dall'infanzia a Revignano D'Asti, in Piemonte, in fuga dalla guerra che toccava Genova agli anni della formazione 'contrastata' fra l'ambiente 'borghese' di provenienza e il contatto con realtà lontane dal suo ceto (emarginati nel centro storico - le pu--ane).

L'amicizia con Paolo Villaggio (di 8 anni più grande di lui), i primi contatti con il pubblico, la scoperta del cantautore francese anarchico Georges Brassens, le prime canzoni, i primi successi, l'amicizia con Luigi Tenco, lo sdoganamento di Fabrizio da parte di Mina con l'interpretazione de 'La canzone di Marinella', l'alcolismo, i problemi relazionali con la prima moglie e l'incontro con Dori Ghezzi, il figlio Cristiano, l'amicizia e la collaborazione con Francesco De Gregori, l'azienda agricola in Sardegna e il sequestro, la svolta artistica con l'album genovese 'Creuza de mä', l'impegno politico e sociale, l'unicità della sua arte, in musica e in testo, e di interpretazione in studio e dal vivo. E alla fine la morte di un genio, considerato tra i grandi poeti del '900.

Un viaggio appassionante che dal 2000 spesso ho fatto leggendo degli anni genovesi di Fabrizio e degli ultimi della carriera, prima della morte l'11 Gennaio del '99 a Milano, poco distante da dove facevo uno stage con la scuola alberghiera (Aprica, in Valtellina, Sondrio).

Non voglio dire di più. Fin da quando l'ho scoperto in una libreria, a mo' di magazzino, con degli espositori all'esterno in una lunga strada personale, l'ho comprato ed è diventato la mia passione. Con questa copertina, la prima.

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