Oggi ha piovuto a scrosci. Se poi qualcuno ci avesse chiesto la temperatura dell'aria, non avremmo potuto che rispondere così: indefinibile. E' il tempo peggiore per noi ragazzi di città. Voglio dire, mentre stai abbozzando uno di quei pensieri lineari che disegnano la linea per l'appunto retta della giornata, mentre rielabori per schemi gli avanzi di universo che diligentemente raccogli per strada, insomma, mentre pensi una cosa sei costretto ad interromperti perché l'aria davanti a te si bagna, improvvisamente, e diventa un muro lievemente obliquo. Non è vero che il pensiero è immateriale, al contrario ha una propria densità, o se vogliamo un certo coefficiente di penetrazione. E questo tempo non favorisce quella posatezza d'animo che molti sono soliti definire felicità.
Cadeva una pioggerellina sottile quando ho deciso di ripararmi in quell'atrio. Volevo attendere che smettesse, ecco perché mi sono fermato. Oppure volevo vedere il cielo cadere . Lo scroscio mi ha colto improvviso e rabbioso, sigillandomi in quellla stanza di sbarre e mattoni, chissà per quanto.
Chi di noi si sia preso la briga di guardare "L'angelo sterminatore" di Luis Bunuel sa bene come la pioggia eccitata dal vento sappia essere un muro impenetrabile. Obliquo, forse, ma comunque impenetrabile. Il pensiero trapassa monti e valli, scivola sui mari più sereni, ma attraverso la pioggia, precipita con essa.
Bunuel: il cinema come clausura. Chissà se qualcuno ci ha mai scritto un saggio. O chissà se non è solo una mia fissa. Oddio, la fine del "Chien andalou"..
Ho fatto pensieri strani in quella gabbia di piombo gocciolante. Ho pensato che le campane sono gabbie di piombo solido monòtone e monotòne, che imprigionano l'anima che penzola, e c'è poco da far festa. Ho guardato il grande cervello globale della mia generazione chiudersi in un postribolo ovattato e confondere la morfina con la gioia. L'ho visto, gaio, estirparsi chirurgicamente la propria stessa libertà in nome del Buon modo di vivere. Ho ricordato quelle commoventi catene di neuroni che vorrebbero creare nuovi lampi almeno un po' più che effimeri, ma il verbo volere mal si coniuga al tempo condizionale. Ho sbandato al pensiero che milioni di vite si svolgono sulla soglia, magari anche la mia. Ho creduto con fervore, per un attimo, che l'amore è uguale alla morte, ed è l'unico modo per sopravvivere alla tragedia.
E ho ritenuto opportuno rivedere "L'angelo sterminatore" di Luis Bunuel (1962), e recensirlo. Mi sono guardato però bene dal giudicarlo, non saprei bene perché.
2:17 della notte, ancora scrosci, a questo punto evidentemente beffardi. Questo giorno è un'eternità e non penso di poterlo più reggere. Sarà bene che io esca da questa pagina. Ma a ben pensarci, perché tanta fretta, uscirò per ultimo, dopo di voi.
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