L'affresco é perfettamente riuscito, l'essenza del nordicismo a livello musicale, l'operetta folk neo-romantica piange di note pure come il cristallo appena forgiato.
Tremule le note dei Lumsk, affondano le radici nella sorgente dell'eleganza, capaci al contempo di svegliare la calda passione bruciante sotto i cieli pallidi ed eterei del Tröndelag. Sí, sono proprio i contorni della costa Norvegese ció che piú viene alla mente, ma in generale la malinconia Scandinava di ore passate davanti al focolare, in baite di legno tra cieli brumosi, notti invernali e sfavillanti serate estive.
I colori presenti nella musica del combo di Trondheim trovano in "Det Vilde Kor" ("Il Coro Selvaggio") il perfetto accoppiamento con le liriche del celebre Knut Hamsun. Giá, strana coincidenza che chi scrive abbia adorato a lungo le opere delllo scrittore nordeuropeo, autentico creatore di personaggi carismatici ma timidi ed esclusi allo stesso tempo, di storie amaro-romantiche come "Victoria", di contrasti interni e miseria ("Fame"), di spiriti inquieti ed avventurosi celebrati in "Pan" e "Sotto la stella d'autunno". Un piacere che a musicare le parole di Hamsun ci sia una delle realtá piú interessanti del panorama folk moderno proveniente dalla Norvegia, ció che rende questo lavoro cosí vicino al cuore. Stilisticamente parlando i sette vichinghi smettono i panni di metal-act per abbracciare le sinuose partiture della musica tradizionale, giocando con violini, violoncelli, fisarmoniche, hammonds e un'intrerpretazione vocale teatrale ma sempre seducente ed ombrosa. Pochi i riffs heavy-doom, ma abilmente inseriti nei contrasti malinconici dell'opener "Diset Kvaeld" o nella strutturata mini opera "Svend Herlufsens Ord". "Om Hundrede Aar Er Alting Glemt", da cui viene tratto l'omonimo video, si distende soave e delicata in quattro minuti di dolcezza, raffinatezza canora di primo piano, tra i sospiri teneri e sensuali di Stine ed il tono sobrio dell'ospite Ola Bremnes, il tutto abilmente accompagnato dal tocco di strumenti acustici appena accarezzati..classe! Un'altra ballata folk-decadente al nome di "Godnat Herinde" ci accoglie fiabesca, triste, un addio appena accennato tra i contorni di montagne affilate e baite di pescatori dai tetti rosso porpora mentre il canto della solitudine di "Skaergaardsö" é dietro l'angolo. Lenta, una vera sinfonia "doom" dove i violini del nord sprofondano nelle note serie e lacrimose dell'oboe, dove la Langstrand lascia esplodere il suo ammaliante talento in un incredibile duetto con cori profondi provenienti da lontani valloni, un intensitá tale da lasciare attoniti e sedotti. Maestoso ma non ridondante, epico ma con stile, lontano anni luce da esagerazioni di sorta questo dischetto vi giungerá in punta di piedi per poi farvi emozionare a lungo. Ascoltatelo seduti di fronti ad un fiume gelato, nel silenzio di gole incassate tra pennacchi di ghiacciai eterni oppure chiudendo gli occhi ed immaginando il senso di libertá ed esotismo che emana. Buon viaggio.Elenco tracce e video
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