Ancora Black Metal, ancora vagamente Depressive. Ho scoperto questa One Man Band (di nuovo!) ucarina grazie ad un mio amico che ancora non ho capito dove l'abbia trovato (visto che non è un Black Metaller incallito): mi ha fatto sentire un minuto di una canzone e ho appurato che era il tipo di Black Metal che faceva per me.

Il nome è impronunciabile, il titolo del disco è illeggibile, la foto del tizio perlomeno urticante (anche se non c'entra niente con il suo concept, il tizio è tale e quale ad un neonazista); ma al di là di queste considerazioni puramente formali, il progetto è veramente interessante.

Darkthrone, Satanic Warmaster, Judas Iscariot (specialmente l'ultimo): tre nomi che la dicono lunga sul sound proposto e che spiegano a chiare lettere il perché questo tizio mi abbia subito convinto (Judas Iscariot è forse il mio artista Black preferito). Benché sia un approccio molto più semplice, preferirei evitare di rifugiarmi nel citazionismo e tentare di descrivere questo tipo di Black.
Quando si parla di questo genere è sempre molto difficile inserire gli artisti nel giusto filone di appartenenza, specialmente se esso non è codificato: per fare un esempio, basta la definizione di "Raw Black" per buttare nello stesso calderone Darkthrone e Mayhem, band che, sebbene entrambe votate al minimalismo, differiscono mostruosamente. Peggio ancora ridurre tutto alla definizione di "Norwegian Black", in cui finiscono gruppi profondamente differenti quali Immortal, Burzum, Emperor, Gorgoroth, Forgotten Woods e i due succitati. Se mi trovate somiglianze tra queste sette band in numero tale da consentire una classificazione comune siete dei prestigiatori.
Capirete quindi quanto si faccia urgente delineare la proposta di Lutomysl in modo tale che non ci si imbatta in questo progetto credendo di trovare un'altra cosa.

So che non è filosoficamente scorretto definire l'oggetto di una dissertazione iniziando a dire cosa non è, ma in questo caso mi viene più semplice: Lutomysl non è Depressive e non è nemmeno Raw. Più melodico ed elaborato del Black grezzo, meno disperato e angosciante di quello Depressivo: mi ero ripromesso di non finire nel citazionismo e invece mi tocca sbattere di nuovo il nome Akenathen (mente di Judas Iscariot).

Il nodo cruciale è riuscire a coniugare riff semplici e taglienti con altri più atmosferici e malinconici. Quando parlo di atmosfera, dimenticatevi per un attimo le manifestazioni "tastierose" alla Emperor o i lenti scivoli verso la morte di Xasthur: è pur sempre Black minimale. Sarebbe più opportuno richiamare alla mente quel capolavoro che prende il nome di "And To Every Beast Its Prey", album dei Weltmacht (altra creatura di Akenathen) che spicca per la sua "quieta maestosità".
Il riffing è decadente ma epico, il Mood è teso ma è sotto controllo. Non vi aspettiate un Depressive meno intenso, qui siamo di fronte ad un "nichilismo attivo" che nulla ha a che vedere con la passione tragica e morente dei gruppi dediti al succitato genere. Le ritmiche sono sempre abbastanza veloci, quasi come a non voler rischiare che la proposta venga fraintesa; "I(')Mqui(nt)ess/cence" resta comunque ben poco tranquillizzante.

Il senso di fierezza, di orgoglio, di stoica rassegnazione non basta a risparmiare l'ascoltatore da una pioggia di inquietudine e spleen: a nessuno piace essere sconfitto, nemmeno se con dignità. "Born By Burning", "Ty (Ockonlettue)" e "Betpy Xelattur Yparatt Cogugattur" le canzoni assolutamente imperdibili di questo album; le altre restano comunque sopra la media di tanti altri lavori del medesimo genere. Sinceramente credo che Lutomysl dovrebbe fare la gioia di qualunque Black Metaller (tranne chi ascolta Swedish): la voce potrebbe non convincere (a me piace poco), ma la portata emotiva di questo album non ne risente affatto.

Da prendere a scatola chiusa.
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