Devo dire che questa è stata davvero una sorpresa coi fiocchi: il passato anno ha infatti visto la terza uscita dopo “The Equilibrium Of The Hidden” del 2003 e “Behind…A Whisper” del 2005, per i romani Lykaion, (gruppo formato da Tiziana Palmieri alla voce e alle tastiere, Fabio Valentini e Alessandro Sforza alle chitarre, Valerio Misiferi al basso ed ultimo ma non ultimo Andrea Alberati alla batteria), che con questo terzo demo “The Things I’ve Left”, dimostrano di aver raggiunto una grande maturità artistica, avendo trovato un suond personale, per nulla scontato, che pur prendendo spunti da vari generi ed artisti, viene sempre rielaborato in maniera estremamente personale.
“The Things I’ve Left” è un lavoro che incorpora in sé momenti progressive, vera base del gruppo, ai quali alterna power di derivazione tedesca (alcune reminescenze dei Rage si trovano sparse per l’album), gothic e alcuni brevi accenni ad un certo death metal tanto caro agli svedesi Arch Enemy, specie per quanto concerne le vocals della buona Tiziana, che non si limita a scimmiottare inutilmente colleghe blasonate nel panorama metal più melodico, ma invece cerca di sperimentare con parti più estreme, mentre quando le sue tonalità si attestano su momenti più calma, la sua voce mi ha da vicino ricordato quella della collega dei Guano Apes.
Durante i quattto pezzi presenti nell’ album, che corrispondo ai nomi di “Desert Of Emotions”, “Not A Farewell”, “Serenity” ed “Emptiness”, i nostri si mostrano capaci di creare atmosfere tirate e velate di una sottile malinconia, il tutto grazie ad un guitar-work davvero pregevole, capace di alternare riffs rocciosi (l’ apertura di “Serenity” è una vera mazzata), sostenuti da una sezione ritmica, parte dolente per non poche progressive band, davvero potente e sempre ben presente. Splendide anche le parti più melodiche dell’ album, che si alternano a quelle più tirate e nelle quali traspare maggiormente la vena quasi gotica della band (gothic in un'accezione ben diversa da quella di band quali i nostrani Lacuna Coil).
Per quanto riguarda i difetti del disco, avrei gradito una maggiore presenza di assoli e non mi è garbato particolarmente l’inserimento, in alcuni frangenti, della voce di Alessandro, che risulta sgraziata e quasi fuori luogo.
Ottima la registrazione, davvero professionale e che dona maggiore spessore all’ album, peraltro dotato di una copertina davvero bella ed oscura.
Ultima lode ai testi, ragionati e per nulla non scontati.
Promossi dunque quasi a pieni voti, bravissimi.
Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!
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Quindi
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Fenrir
9 ott 07boyintheocean
10 ott 07lovelorn
10 ott 07emanuele
10 ott 07Aspetto spegiazioni, grazie
Emanuele :)
azzo
10 ott 07lovelorn
10 ott 07