I romani Macroscream, dopo l’esordio “Sysyphus”, pubblicano il loro secondo lavoro intitolato semplicemente “Macroscream”. Il primo disco aveva evidenziato delle ottime potenzialita’ in cui rifulgeva la figura del polistrumentista Alessandro Patierno che, nell’occasione, si prendeva carico anche delle parti vocali. Proprio la voce, problema “storico” del prog italiano, era forse il punto debole di quello che altrimenti era un buon disco in cui era evidente una buona coesione di base. In questo nuovo “Macroscream” la voce principale e’ quella del bravo Luca Marconi, affiancato sempre da Alessandro Patierno a vari strumenti (chitarre, piano, basso, mandolino, percussioni), da Giampaolo Saracino al violino, il cui inconfondibile tocco dona un’atmofera particolare che puo’ ricordare la PFM, da Tonino Politano alla chitarra acustica e elettrica, da Davide Cirone alle tastiere e Maro Pallotti alla batteria. La caratteristica principale dei Macroscream e’ quella di creare un sound all’insegna della contaminazione piu’ sfrenata e creativa: nella loro musica si possono ravvisare alcune influenze come nell’iniziale “Mr. Why” dove ci sento gli Area di “Arbeit Macht Frei” nelle parti di violin: la loro forza e’ in ogni ca so quella di avere un approccio fresco e originale. Un altro gruppo che mi viene in mente sono i Gentle Giant, maestri del contrappunto, dei tempi dispari e delle partiture complesse. Nell’inizio di ‘Than It Goe Away” i Macroscream si muovono poi in territori jazz-rock e Zeuhl questo a dimostrazione di un eclettismo senza freni che li porta a lambire le ambientazioni piu’ disparate. L’interplay fra i musicisti e’ poi praticamente perfetto e ha raggiunti una una corposita’ e una maturita’ davvero sorprendenti. Sostanzialmente ci troviamo di fronte a un’ottima prova che consiglio caldamente a chi ama il cross-over e la varieta’ stilistica.
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