Campione e massimo interprete dell'estetica canterburiana. Prima dell'incidente, batterista fantasioso e imprevedibile. Timbro vocale unico e inconfondibile, malinconico, dolente, "la voce più triste del mondo" secondo la critica inglese. Dadaista di professione e convinto cultore di un personalissimo ideale di "musica dell'assurdo". Portavoce di un'arte "diversa", capricciosa, sfuggente e nemica delle etichette e delle convenzioni di sorta. Pura follia della creatività.
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