il suo sassofono corposo ed espressivo non scende a compromessi con nessuno. Se non esistono incisioni del primo jazz del secolo scorso che veniva fuori dalle marce dei funerali di New Orleans e dai canti negri, Robert Ayler è l'unico in grado di vomitare quelle note autentiche nei contesti di intellettuali misurati e sgomenti quando negli anni sessanta venivano a sentirlo pensando a chissà quale cervellotica novità.
il 11 febbraio 2012 nel primo pomeriggio
Voto:
DeRango ™:
1,93