Cosa ne pensa di un'eventuale ricandidatura di Silvio Berlusconi

Ha perso l'allegra baldanza in tempo zero. Mi è bastato risponderle che fa freddo, oggi, che siamo soli, e siamo morti. Si è voltata perplessa verso l'uomo alla camera. Ha abbandonato il tono di sufficienza quando poi, interrompendola mentre rinnovava l'aggressività della domanda, le ho fatto notare che in un mondo retto, una donna incravattata come lei, gli occhiali in tartaruga, il naso finemente adunco, la prima pagina di Tropico del Cancro avrebbe dovuto coglierla. Anzi accoglierla con un brillìo di quegli occhi castani così intelligenti, e di non provare a muoversi o mi sarei fatto esplodere lì sul posto, che avrei risposto alla sua domanda, ma ci sarei arrivato a modo mio, e di continuare a filmare. Risollevo la lampo del bomber, sorrido coi denti alla camera, dico che possiamo cominciare, allora.

Dico vedi, l'ultimo libro che ho letto è Memorie dal sottosuolo del povero Fedor Dostoevskij, semper laudetur, ma è passato tanto tempo. Smisi del tutto di leggere quando a otto anni vidi un'immagine di cui tra poco ti vorrei parlare, ti prego di concedermi un istante.

Lei tace, in preda a un percettibile tremito. Tiene il braccio teso davanti a sé, le dita dorate salde sul microfono, tanto salde da sembrare Raynaud. Ma Raynaud è una malattia e penso a Onder, a quanto sarebbe inopportuno se Onder, a un medico che sostiene la necessità di limitare il burro nella dieta per tenere nella norma il livello di colesterolo, rispondesse che lui mangia mezzo panetto di burro al giorno, a morsi, e non ha mai avuto problemi di colesterolemia, scopa come un bastardo, riesce a saltare due metri e mezzo in alto e infilare una serie di venti triple. Penso che sarebbe inopportuno e tendenzioso come accogliere le testimonianze di attrici mai molestate, mai stuprate in tent'anni di onorata carriera, mentre sul divanetto dello studio televisivo abbiamo questa donna che dice di essersi sentita paralizzata al contatto di quel piccolo pene venoso con la sua spalla: incredula lei, e impotente, figurarsi credibile agli occhi dei giurati. Che la soldatessa Jane è in realtà Demi Moore che è Diana Murphy in Proposta indecente, mi ritrovo a pensare.

Fa piuttosto due passi indietro per lasciarmi più spazio quando dalla tasca del bomber estraggo una busta di American Spirit giallo e con la calma del Cristo e fare ieratico mi infilo un filtro tra le labbra, mentre rivolgo un sorriso di mezza bocca ai suoi occhi carichi di pianto. Ma sto ancora pensando alla per nulla clamorosa assenza del macellaio di fiducia di Rudolf Hess in qualità di testimone al processo di Norimberga, a dire che per quanto gli riguardava, il Landjäger glielo aveva sempre pagato, e il resto mancia. Che a un potere mediatico si faccia un processo mediatico, allora. E che il fine sia didattico, educativo: che si dica vacci piano con quel burro, Marlon Brando, come da Onder.
Il gelo di prima mattina le mangia la faccia e le crepa le mani. Quindi seleziono un ciuffo di tabacco, lo avvolgo in una Rizla arancione, quelle alla liquirizia, sfilo il filtro dalle labbra, mi schiarisco baritono la voce, e mentre rollo la sigaretta tengo ben ancorato lo sguardo sulla scritta SPQR, coperchio di un tombino, un paio di metri a sinistra delle sue creepers nere.

Quando accendo, hanno un sussulto. Ma le ginocchia sono troppo deboli adesso, e sanno che neanche con uno scatto olimpico da centometrista potrebbero portarsi in salvo.
Dico state tranquilli che ne usciremo tutti vivi.
Insomma, era l'illustrazione di un ragazzino occhialuto che lasciava cadere un grosso libro, gli occhi sgranati e il cranio enorme spaccato, con cervella per aria, lettere e numeri. Aveva otto anni come me, e i suoi amici lo sfottevano: dicevano che un giorno gli sarebbe esploso quel testone che cresceva e cresceva, e ogni volta che leggeva un libro diventava più grande, fino a farlo somigliare a una piccola mongolfiera. Lui pensava che un giorno, come una mongolfiera, sarebbe volato via verso la Luna, e avrebbe trovato altri ragazzini che come lui leggevano tanto. Avrebbero potuto parlare di Jack London, e magari si sarebbe fatto la ragazza, lassù. Perciò continuò a leggere, recluso, i medici e i familiari rassegnati, finché la testa gli esplose e morì.

[Immagine rubata a Thomas Ott, via Twitter: https://twitter.com/thomasott_tott]


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