Paraculi o rivoluzionari? Del ritorno dei Decibel a Sanremo
La storia di come i Decibel siano balzati agli onori della cronaca milanese, e poi nazionale, nei turbolenti anni ’70 è risaputa. Un giorno per le vie di Milano vennero affissi dei manifestini: annunciavano un generico concerto punk con i Decibel il 4 ottobre del 1977 alla discoteca Piccola Broadway. Non era vero nulla. I componenti della band, che quasi manco esisteva, erano appostati su una terrazza lì vicino per vedere che sarebbe successo. Il punk era arrivato come una fiammata dall’Inghilterra ed arrivarono un sacco di giovani che avevano iniziato a riconoscersi nella filosofica del No future.
Ma siccome in Italia si tende a politicizzare arrivarono in corteo anche quelli della sinistra radicale. E si presero a mazzate. La storia finì sul Corriere della Sera e poi ripresa dalla stampa nazionale. Shel Shapiro e la Spaghetti record misero sotto contratto la band e a gennaio del 1978 uscì il primo disco Punk. Insuccesso clamoroso e copie originali che adesso girano su Ebay a 500 euro a botta. Nonostante tutto si pensa ad un secondo album. La formazione effettua alcuni cambi. Del primo disco rimane sono Enrico Ruggeri. Arrivano soprattutto Fulvio Muzio e Silvio Capeccia che del cantante milanese sono amici da un bel po’, conosciuti sui banchi del liceo Berchet. Il secondo disco si intitola Vivo da re. La svolta vera avviene quando Muzio nell’estate del 79 mette già un giro di pianoforte un po’ strano rispetto alle musiche del gruppo nel tentativo di scrivere qualcosa di particolare. Ruggeri decide di cantare sulle parti che Muzio aveva pensato come soliste e di lasciare come soliste quelle di accompagnamento, qualcosa del genere.
Da questa strana alchimia nasce "Contessa". In qualche modo la mandano a Sanremo e i Decibel esplodono. Ma la storia non va così. La riprenderemo dopo. La band si dissolve tra problemi contrattuali e altre menate e diventa una cosa da mitologia del rock italiano, Ruggeri e soci, che amano da sempre essere snob e tirarsela, dicono che metà del rock italiano dal 79 in poi suona come il primo disco dei Decibel l’altra metà come il secondo. Boom, diremmo. Invece se li ascoltate con attenzione ci ritrovate davvero tutto.
Poi a seguire sono 30 anni di carriera con alti e bassi ma sempre intellettualmente onesta per Enrico Ruggeri e due carriere professionali appaganti per Muzio e Capeccia. Amicizia immutata e fine. Quando alla fine del 2016 venne annunciata la reunion dei Decibel tra gli appassionati di rock italiano si diffuse un brivido. Contenti sì, ma anche un po’ di paura che un mito venisse strapazzato per convenienza. Il primo disco Noblesse Oblige fuga i dubbi, anche se non del tutto. Bello, davvero bello. Una manciata di canzoni da applauso ma qualche fillerino troppo di stile tardo ruggeriano che lascia un po’ così. Oh, ma ad avercene di dischi del genere.
La tournée invece è trionfale. Ho avuto la fortuna di vedere la data zero, la storia di come un piccolo teatro di paese come quello di Castelleone si è aggiudicato un evento storico è splendido. I Decibel annunciano le date e la prima dovrebbe essere a Crema, il teatro smentisce. E ciao. Si va a Castelleone. Enormi. Le poche date previste si trasformano in 40 date applauditissime. Poi? Poi credevamo che la cosa tornasse nei libri di storia del rock e ognuno alla sua vita. Invece alla fine del 2017 viene annunciato che la band tornerà la dove tutto è davvero iniziato: Sanremo. Il brano si intitola "Lettere dal Duca" ed è ispirato a David Bowie. Il disco si intitolerà L’anticristo e ha una copertina dannatamente metal. La curiosità si fa forte, e anche la paura che tutto possa essere una delusione.
Passo primo. La band sale sul palco di Sanremo. Sono fighissimi (vorrei invecchiare come Muzio e Capeccia) e il pezzo è davvero notevole. Una costruzione melodica che a Sanremo te la scordi. Il video girato, ovviamente a Berlino. Poi ecco il disco. Sono 13 pezzi, 15 nell’edizione su vinile proposta ancora nella curiosa versione doppio 10 pollici (che è un casino posare la puntina) come per Noblesse Oblige. Difficile in questi anni che un disco non contenga un filler, un brano da skippare. Considero buoni e degni di nota dischi che hanno 5 canzoni buone su 15. Un disco tutto buon è quasi un miracolo.
Fuori le melodie e i testi ruggeriani del versante amori, cuori, delusioni (per capirci nello stile "Gli anni del silenzio" del primo disco della reunion, grande melodia ma un testo che la azzoppa un po’). Dentro le considerazioni sociali, la critica alla società dai social network, le colte citazioni del rock che li ispira, Andy Wharol, il punk prima di tutti (Ruggeri la mena da anni, "Punk prima di te" stava su un disco del 1990 e tocca dargli ragione, con piacere). Pure i due pezzi che vanno solo sul vinile sono perfetti, e danno spazio alla voce a Muzio e soprattutto Capeccia.
Citarne uno solo è difficile. Sappiate che non manca nulla e non c’è una melodia banale, scontata o che non si faccia ricordare dal primo ascolto. Il disco è dannatamente suonato. E questa è la cosa migliore. Non ci sono quegli arrangiamenti appiatti tutto da radio moderna, quelle soluzioni elettroniche che rendono tutto una melassa uguale a se stessa. Ci sono piuttosto degli inni che potrebbero diventare generazionali. Dai… ci vuole coraggio e dana incoscienza a cantare “Il bandito è chi ruba nella banca o chi ci sta?”, per citarne uno evidente (nel brano "La banca", è davvero punk rivoluzionario.
Dove andranno in futuro? Io spero che la storia continui, e non come negli anni 80. Si dai torniamo un po’ alla storia. Perché dopo il successo di "Contessa" la cosa esplose in faccia alla band. Lo racconta bene Enrico Ruggeri nel recente libro biografico Sono stato più cattivo, frase presa appunto dal testo di "Punk prima di te". E successe che lui andò da una parte e il resto del gruppo rimase con la Spaghetti, destinata a fallire. C’è un terzo disco del gruppo senza Ruggeri da cui sarebbe bello trarre un paio di pezzi per la scaletta del tour. Si perché nei 29 minuti di Novecento ci sono pezzi che stanno al pari di quelli del resto della storia dei Decibel. "Tutti contro tutti", "Islamabad", "Valzer bianco radioattivo" (che hanno suonato con Ruggeri alla voce nella prima reunion fatta per caso per gli amici pochi anni or sono) o la cover degli Ultravox "Stregoneria", che altro non è che "I remember (Death in the afternoon)". Così come mi piacerebbe vedere interpretate dai nuovi Decibel alcuni brani del primo controverso disco di Ruggeri, quello Champagne Molotov che ebbe una travagliata storia di ritiri dai negozi liti contrattuali ma che è un disco a se nella sua storia, il perfetto collegamento tra Decibel e la carriera solista. D’altro canto il brano che apre il disco "Una fine isterica" racconta la storia dei Decibel. Ma sto divagando seguendo i miei personali fili della memoria.