Più di mille

È il titolo di una canzone.

"Più di mille", intendo.

Dice del morire di lavoro.

Ci penso spesso, dalla prima volta che l'ho ascoltata.

Immancabilmente il primo maggio.

In piazza San Giovanni a Roma ci sona artisti impegnati a suonare; nel primo pomeriggio, le nuove leve; quelli affermati, da quando calano le prime ombre; gli uni e gli altri mi appaiono superficialmente coinvolti nelle "questioni" del lavoro, pur essendo lavoratori anche loro.

Nella "mia" amata Taranto c'è gente che suona; meno visibile, ma temo che la sostanza sia analoga.

Forse perché ci sono lavori e lavori.

Forse perché ci sono modi e modi di dire di chi muore di lavoro.

Forse per questo il primo maggio non suona mai "Più di mille".

Per non rovinare la festa.

A me che, per "lavoro", tocca quotidianamente coinvolgere e sensibilizzare con la dignità e la funzione sociale del lavoro, la legislazione sulla sicurezza, la previdenza e l'assistenza, la festa l'hanno rovinata e non ci credo più.

Non so chi l'abbia rovinata e perché sia andata cosi.

Ma è andata.

Come per la festa delle donne, quella del papà e quella della mamma, il compleanno.

Come per il volontariato e la beneficenza, l'otto e il cinque per mille.

Sia cone sia, il primo maggio non suona mai "Più di mille".

Che dice così.

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"Odio chi non ha più dignità

E si traveste per campare e non si batte e si lascia andare

Odio chi non sa da che parte sta

E dice "Sarà sempre uguale, io sto da parte" e ci lascia andare a fondo

E odio te che alzi il pugno e gridi Pace, Giustizia e Libertà!

Se non sai cos'è lavorare duro con i diritti vicini appena al culo

Chi non c'è non sa una vita in tuta quanto schifo fa

Le ossa rotte e la gola in fiamme e il nostro sogno che non arriva mai

Siamo in tanti tra vernice, calce e fuoco e i veleni della borghesia

Io sputo a terra, sputo sangue, questa vita non è più mia

Perchè anche un sogno ha le sue piaghe che non guariranno più

Perchè anche un sogno ha il suo colore che si spenge sempre più

E tu guardi la tua vita consumarsi sempre più

Ma i compagni dove sono, c'è chi muore di lavoro

Le parole sono vento e non ci bastano più

C'è chi muore tra il silenzio e tu compagno dove sei?

Dove sono i compagni che possono fermare quelle mani assassine?

Il solo rosso è il sangue dei caduti, la sola rabbia è quella delle madri"

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Buon primo maggio, a chi fa "festa".


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