The Sherlocks - Live for the Moment (2017)

Come fanno a vendere musica in Inghilterra? Prendono un qualsiasi gruppo di ragazzi nella classica formazione rock che non hanno ancora firmato per nessuna etichetta e lo fanno conoscere come la nuova speranza del rock britannico/oltremanica. Poco importa se sia originale e genuino finché sia bravo a mettersi in scena. E funziona davvero: Col bel viso e i look da “bad boy“, i ragazzi sembrano usciti da una rivista di moda e fanno impazzire le ragazzine. The Vaccines, The Kooks ed i Courteeners ne sono la miglior prova.

Nel caso di “The Sherlocks“ basta dire che sono una delle tante band a inseguire i gusti e trend del mercato. I quattro ragazzi sono cresciuti a Bolton, una piccola città deserta, si sono formati nel proprio garage e sono già vagati di pub in pub per farsi conoscere, seguendo sempre il sonno di fare il salto. E hanno proprio dei bei brani: La ballad “Turn the clock” si fa apprezzare per gli archi sullo sfondo e la sua melodia orecchiabile e facile da ricordare. Anche “Candlelight” ha degli archi e gira intorno al tema dell'amore perduto. Il tema onnipresente nell'album.

“Live for the moment”, la title-track del disco d'esordio, venne pubblicata già nel 2014, ma non ha perso niente dalla sua freschezza. “Escapades” va sul sicuro e ha una struttura da rock ballabile allo stile dei primi Arctic Monkeys. Anche “Blue” ricorda la band di Alex Turner in termine di tonalità e struttura.

Con “Was It Really Worth It?” invece ci troviamo di nuovo sulla pista ballabile. Questo pezzo vivace e rockeggiante mette la chitarra in primo piano

“Motions” comincia in modo promettente come ballad acustica, ma dopo mezzo minuto la band torna alla solita struttura pop radiofonica con dei fischi allo stile country rockabilly. Anche “Heart of Gold” è solamente un'altra versione del pastiche di sempre. Uno dei pochi brani riusciti è “Will You Be There” grazie alla sua sonorità cruda e avvolgente. Pur avenda la chitarra troppo dominante/intensa/forte, l'insieme della traccia è convincente e rende l'ascolto piacevole.

Ma il problema sono proprio le influenze. Ci sono tante referenze, l'una allineata all'altra, senza approfondire e mettersi al servizio delle canzoni.

Quindi tutto sembra troppo pulito, eclettico ed a tratti anche sterile. Sarà difficile per loro lasciare un'impronta più di superficiale nella scena rock. Non si può certamente negare il loro potenziale, gli serve ancora trovare una propria identità.

Tirando le somme, fanno bene a prendere sul serio il titolo dell'esordio, “Vive il momento”. La loro carriera sarà breve, quindi bisogna godersene ogni secondo invece di inseguire dei piani più ambiziosi, ciò che corrisponderebbe, a detta della band, a “Chasing Shadows” (correre dietro le ombre).


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