Operazione quartultimo posto

“Perché siamo un Paese di merda” - fu la risposta (precisa) a una domanda (vaga) posta dalla giornalista.

Che suonava, più o meno, così: “Perché siamo arrivati ultimi all'Eurofestival?”.

L'anonimo intervistato all'ingresso di una discoteca di Madrid, a suo modo, si trovò ad interpretare il sentimento di un'intera nazione in quell'esatto momento. La sensazione, appunto, di essere un Paese de mierda.

Perché l'Eurofestival, diciamola tutta, è un po' come la Coppa Italia. Tutti lo snobbano, non frega niente a nessuno, ma a nessuno piace perdere. Soprattutto quando si perde male.

Vi butto là un esempio di quelli tosti.

La spedizione spagnola a Kiev 2017 si è conclusa con una di quelle batoste epocali da non poter scordare. Roba da vergogna eterna, altro che Ventura e Italia-Svezia.

Se non avete mai guardato l'Eurofestival (cioè l'Eurovision Song Contest come lo chiamano adesso, ma noi continuiamo a chiamarlo così perché ci ricorda i nostri fasti, non esattamente recenti ma chi se ne frega – leggasi: TOTO A ZAGABRIA 1990), sappiate che non è un problema, perché non c'è molto da capire. Anzi, se non lo capite fa lo stesso.

L'Eurofestival ruota sempre attorno ad alcune costanti, che si ripetono invariabili ogni anno:

  • Cipro vota Grecia e viceversa.

  • San Marino boicotta l'Italia e disperde il voto in Armenia o in Lettonia.

  • La Germania sta sul cazzo a tutti e non la vota nessuno. Per cui arriva sempre ultima, o comunque negli immediati paraggi dell'ultima piazza.

A Kiev, però, due anni fa, succede l'imponderabile.

Succede che i Crucchi hanno la brillante intuizione di puntare su un'accattivante biondina che riscuote qualche consenso in più, anche degli abituali dispersori del voto. Gli inattesi 3 punti della Germania (per la cronaca, il Portogallo ha vinto con 376...) hanno così fatto scivolare all'ultimo posto la terrificante boy-band scelta per rappresentare la Spagna alla kermesse continentale.

Zero punti. Verdetto inappellabile, mentre a Madrid si consumava lo psicodramma in eurovisione.

Ma zero punti, al di là del numero, lo sapete che significa?

Zero punti significa che non ti ha votato manco un cane. Significa che non ti hanno votato né col televoto in nessun Paese, né un singolo giornalista in giuria. Considerato che (quarta legge non scritta dell'Eurofestival) il 90% delle canzoni presentate all'Eurofestival fà schifo, significa che hai fatto più schifo dello schifo.

Sei il nulla. Zero, appunto.

Di qui la constatazione che, se prendi zero e non ti chiami Germania, sei un Paese di merda.

Le alte sfere della discografia iberica corrono ai ripari: per la prima volta dopo anni, il nome del candidato all'Eurofestival uscirà da “Operacion triunfo”, un'accademia musicale in forma di reality-show, in onda su LA1 tutte le settimane il mercoledì sera.

(ma in diretta-streaming su YouTube 24 ore al giorno)

In sostanza un Amici di Maria De Filippi senza Maria De Filippi. E hai detto niente.

Per quanto lodevole nel suo tentativo di rimettere al centro la musica (vabbè solo in apparenza, chiaro), Operacion Triunfo fatica a sfornare buoni interpreti che siano anche artisti. E che, soprattutto, lo diventino in tre mesi d'accademia...

A Lisbona 2018, in effetti, non che sia andata molto bene. 23esimi su 26. E contestuale suggerimento di cambiare il nome del programma (che comunque va avanti con successo) da Operazione trionfo a Operazione quartultimo posto.

A riprova del fatto che non c'è una ricetta per sfondare, in questa durissima e avvincentissima gara.

Ah, e comunque: guarderò l'Eurofestival pure quest'anno. Ci mancherebbe.

Lo guarderò per l'inimitabile esibizione di trash gratuito che ogni anno garantisce.

Per l'assolutamente demenziale polemica post-voto che seguirà la gara.

Per la bava alla bocca dei giornalisti in sala-stampa accalorati sul verdetto finale.

Per il tifo ottuso e triviale di Flavio Insinna che puntualmente tirerà all'Italia bordate di sfiga fotonica.

Per la gnocca.

E, ovviamente, per vedere a chi spetterà stavolta il titolo di Next Paese di Merda of the year. Vuoi mettere.

Buttatevi.

In tutti i sensi.


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