Gonorrea Surfers

Una delle ultime volte che sono venuto su a Turin sulla solita scatoletta di manzo di pendolare, mentre dentro si era tutti in attesa che la lasciassero entrare al Lingotto (stazione Lingotto, per chi non fosse mai stato a Torino, è un posto di una tristezza inenarrabile), sono andato a cercare meccanicamente con lo sguardo oltre il finestrino la tag dei miei eroi dove sapevo l’avrei trovata: su di un muro, sotto un ponte.

… e non c’era più!!! Come è possibile?! Mi sono messo a cercare meglio… niente … gli indomiti cowboy di onde di sesso contaminato erano stati cancellati.

Mentre cercavo faticosamente di farmene una ragione, la scatoletta manzotin si era rimessa in moto verso il Lingotto, e mentre si palesava davanti ai miei occhi l’enorme pisellone della Regione Piemonte in eterna costruzione mi è venuto da pensare che la Turin dei Gonorrea Surfers, la mia Turin, non esisteva più.

Quella con lo skyline senza i due piselloni, quella dell’intenso afrore di figa alle feste dell’ISEF che manco in piazza Duomo a Milano, quella dell'esame di matematica finanziaria al Palazzo del Lavoro prima che diventasse un ammasso di ruggine, quella del puttantour alla Pellerina, quella dei Murazzi un pelo prima che diventasse un posto per cabinotti e poi un bel niente per sempre, quella degli zamarri come mamma non ne fa più, quelli del Le Palace , quelli del tipo “Oh tu,minkia oh,ignorantedimmmerda, oh-vengo-li-e-ti-tiro-calci-nelle-costine”, quella del titolo di Gran Chiavone tra i goliardi del sangiuseppe, quella della pizzeria Arcicioch, quella dell’ultimo Gipo Farassino, quella dei Subsonica al Barrumba, quella del 10 stracolmo di ingegneri e di palazzonuovo stracolmo di fricchettoni radical chic quando non sapevano ancora di esserlo, quella di apple seed e ken shiro in mano agli studenti sui tram, quella di Jim Lee a Torino Comics, delle tequila bum bum al pub irlandese di Corso Vittorio, di Rock&Folk stracolmo di gente … adieu vecchia Turin … adieu Gonorrea Surfers … tempo fa avevo pensato anche ad un pezzo, ma mi erano venuti fuori solo un paio di versi del cazzo. Li riporto solo a titolo di saluto.

Al binario quattro c’è un Torino Salerno che non finisce più

Ringo scrive “Puttana la Uefa” sulla fiancata blu

Gino scrive “amore mio arrivederci”

Su un vagone di un treno merci

Vanda fa Minnie in guepiere sul rapido delle sette

Joe sbombola vicino ai binari con le chiappe strette

Gino esprime il suo bisogno di affetto

sul fianco di un vagone letto


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