Brujería: La migra (Cruza la frontera II)

“They keep coming: savage brown-skinned poors. Across the custom checkpoints in San Diego between rack of cars on our freeways. They hang their laundry out of window, they do jobs white people are too cool to do themselves. I don’t care if it starts a race war, I don’t care if it brings every picked out of the class and gets every brown-skinned savage beaten out on the street. Who cares as long as I, Pete Wilson, am governor and president?

Qui dalle mie parti la gente faceva contrabbando: uno zaino bello pieno di tabacco e su per i colli, perché spaccarsi la schiena a coltivar patate su ripidi prati, tirar a campare con quattro porri e un po’ di polenta? In fondo si trattava semplicemente di attraversare una linea immaginaria con delle foglie nello zaino. Eh ma vallo a spiegare alla finanza… Se andava male buttavi via tutto e scappavi, se andava ancora peggio ti prendevano e finivi in gabbia, magari dopo aver tirato quattro sganassoni ai malcapitati finanzieri. Rude gente di montagna…

Adesso i sentieri del contrabbando vedono organizzare gare di corsa, con ramponcini obbligatori per arrivare giù in Svizzera. Ah la trail mania… Son convinto che dietro ci sia la lobby dei fisioterapisti.

In antichità invece la gente si spostava da una parte all’altra delle Alpi in cerca di un posto migliore da chiamare casa, quindi caro amico subsahariano, se vuoi ricongiungerti ai tuoi familiari nella terra degli imperialisti francesi ti indicherò volentieri tutti i valichi a titolo gratuito, d’altronde se Annibale con gli elefanti ha fatto il percorso inverso non vedo perché tu debba fallire a farlo al contrario. Prima però, se arrivi dal mare, devi attraversare tutta la grande pianura e ormai tira aria di migra padana. Regolati tu.


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