A Catia...

“Ciao adorata sorellina, sono più di due anni che mi hai lasciato qui, senza di te. Da quel giorno tanto è cambiato nel mio modo di pormi vs situazioni o persone e di pensare o riflettere su questa merda... o forse, a pensarci bene, è tutto uguale, solo sempre più estremo.
Tante volte mi fermo a pensarti, tante volte avrei voluto scriverti qualcosa. Sono stato “felice” di aver passato gli anni di quella merda di malattia vicino a te, sempre con il cuore e, quando potevo, fisicamente e nelle situazioni quotidiane.


Ricordo a malapena quando me l’hai detto. Solo che... non potevo crederci. Ma come, dico?! Tu sconfiggi un tumore a trent’anni con sforzi e patemi indicibili e questa merda si ripresenta 15 anni dopo... no, dico, quindici anni dopo, zio porco!? E con un bambino piccolo... e senza un compagno?!
Non ho mai visto una donna combattere così, non mollarci mai, patire dolori disumani ogni giorno per tre anni e ... preoccuparsi degli altri! Ma tu sei unica c’è poco da fare.
E con quale dignità! Ti ricordi quando andavamo dai dottori a Milano?! In ospedale o in giro tutti ti guardavano; si vedeva che eri molto malata ma sorridevi a tutti! La gente, che credeva tu fossi mia moglie, mi diceva di te le cose più belle. E quanto mi piaceva sparare le mie cazzate che ti facevano ridere. Il più bel sorriso del mondo! Posso dirlo, lo sai, me ne intendo. E’ stato un onore incredibile poterti stare accanto e viverla con te.


Sei da sempre stata la mia migliore amica. Con Bruno e la Contessa, la persona adulta più importante di questi miei 50 anni in questa merda. Sicuramente l’unica a cui ho sempre raccontato tutto. E quante risate con tutti che credevano davvero fossimo fratello e sorella. Forse a due amici, donna e uomo, così scazzati e affiatati insieme, non avrebbero creduto.
Gli ultimi mesi sono stati terribili, avrei voluto fare di più ma capivo che volevi vivere quei momenti bui da sola, che spesso preferivi non farti vedere da me. Massimo rispetto, anche se soffrivo come un cane. Sono riuscito a strapparti una risata anche quando mi hai consegnato il testamento... eri bellissima anche malata... quel sorriso era la tua chiave per aprire qualunque porta.


Avevi detto, mai più chemio. Lo avevi giurato, dopo la prima volta. Ma per Davide ti sei sottoposta di nuovo a quella terapia. Volevi passare il più tempo possibile con lui... vederlo diventare almeno ragazzo. L’hai cresciuto da sola, senza un uomo vicino...eravate una sola persona, anzi lo siete ancora. A proposito Sister: quel pezzente, viscido, infame e vigliacco non si è più fatto sentire o vedere. Va da se che se si presenta ho già avvertito l’avvocato che avrà un penale: non riuscirebbero in dieci a tenermi fermo dallo spaccargli tutto ciò che riesco. Speriamo non si faccia vedere, evitiamo ulteriori guai.


Io e le tue amiche ci proviamo ad aiutare tua mamma e Davide. Per quanto mi riguarda vorrei fare molto di più, ma lo sai, faccio fatica. Tanto grande e grosso, forte e sicuro di se all’apparenza, tanto debole, fragile e insicuro dentro. lì dove c’è l’anima. Mi conosci a memoria, tu. E ogni volta che sto con Davide è una coltellata al cuore; perché dovevamo crescerli insieme quei due, portarli in giro, divertirci con loro. E penso al piccolo e a quanto deve soffrire. Non lo fa vedere, ma io lo vedo... nei suoi occhi. È solo, senza di te. E l’avvicinarsi della merda natalizia non fa altro che creare ulteriore disagio. Le feste per i bimbi possono essere bellissime o drammatiche. Sicuramente ti penserà ancora di più, sicuramente piangerà da solo e si chiederà perché proprio a lui, perché proprio la sua mamma, porca troia! Possiamo fare di tutto ma è impossibile anche solo pensare di riuscire a “sostituirti” anche in piccolissima parte. Pure tua mamma comincia ad essere vecchia e a sentire il peso enorme delle responsabilità. Va bene, basta. Forza e coraggio e tira fuori le palle coglione, inutile disperarsi. Scusami. Non ci sei e parlo da solo, vedi ahahahah.


Cerca di darmi un minimo della tua forza da lassù o da ovunque sia la tua anima.
Ho bisogno di te. Adesso ho ancora più bisogno.
Ciao Sorellina, un bacio grande.”


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