Nebbia

Come tutte i Sabato sera Mauri, Gigilamucca ed io uscimmo da casa per recarci al bar, come le altre sere settecento metri a piedi mentre la nebbia cominciava ad entrarci nello orecchie.

Oltre al ponte c'era la vita; non come da noi che i bar (sette in settecento metri lineari) erano solo un covo di vecchi ubriaconi dove, se per caso volevi giocavi a flipper, dovevi scovarlo fra la nebbia di migliaia di Nazionali Semplici ( le Nazionali Semplici erano le sigarette dei più poveri non avevano filtro e si fumavano fino a scottarsi le unghie).

Noi andavamo oltre il ponte, praticamente varcavano tre confini comunali senza incrociare anima viva.

Al bar c'era la saletta juke-box che tentavamo di far suonare col metodo Fonzie e c'era il calciobalilla dove praticamente passavamo le due ore al bar.

Ma sopratutto c'erano RAGAZZE!!!

E come tutte le sere Cristina si appoggiava al calciobalilla per guardarci giocare.

"Non guardarmi così mi fai arrossire."

Come potevo non guardarla così? Aveva gli occhi che erano un mare in tempesta.

Poi fuori dal bar parlammo un po', c'era un gelo incredibile e la nebbia era da affettare...

"sai io abito sulla collina di là dal paese e buio la sera, io ho paura a tornare a casa da sola...potresti accompagnarmi..."

Patrizia dalla strada diede una voce "dai Cris andiamo a fare un giro, vieni!"

Via in due sul "Ciao" dentro la nebbia, e quanta nebbia che c'era quella sera oltre il ponte.

Il giorno dopo era Domenica e come tutte le Domeniche Eugenio passava con la sua bicicletta intonando la solita canzone: "Bella la vita, se te la dà..."

Che viste le preferenze sessuali del soggetto non potevo neanche "sfancularlo".


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