Il 2018 in rassegna - recensioni musicali - parte 2

La seconda parte, in ritardo. Gli ultimi dieci.

Iceage - Beyondless - Questo album è di base caruccio, con quei bei chitarroni e quell'atteggiamento da schiamani del rock distorto. Poi, a un certo punto salta fuori la voce di Sky Ferreira ed ecco che diventa il disco dell'anno. Semplice. OK

Arctic Monkeys - Tranquility Base Hotel & Casino - Non fa poi così schifo come pareva all'inizio. Alla fine è un disco spassoso, una sorta di strampalato concept lounge-pop su un fantomatico hotel nello spazio. E così mi sono appena ricordato del perchè faccia comunque schifo. NO

Janelle Monae - Dirty Computer - Se nel 2018 rifai un disco alla STESSA IDENTICA MANIERA di come l'avrebbe fatto Prince negli anni 80, non sei una brillante discepola del folletto di Minneapolis, ma solo una produttrice di dozzinali canzoni di merda. NO

Pusha T - Daytona - Non conosco Pusha T di persona, ma da come si presenta nelle canzoni pare davvero essere il re della coca. Nel 2018 è stato anche il re del rap, fottendo Drake davanti al mondo e incendiando con classe smisurata le migliori otto strumentali che Kanye abbia mai prodotto, e che casualmente, o forse no, sono tutte presenti in quest'album. OK

KIDS SEE GHOST - KIDS SEE GHOST - Si ok, RA-TA-RATTATATÀ e tutto il resto. Bello ma anche basta. OK

Yves Tumor - Safe In The Hands Of Love - Ho appena aperto la finestra per bestemmiare ai quattro venti. Il motivo? Questo disco demmerda e i suoi suoni glitch-distorti-chic come sto cazzo. NO

Any Other - Two, Geography - Se devo dire che salverà la musica italiana una ragazza di Milano che suona un indie-rock anni 90 abbastanza canonico, che è diventata famosa solo perchè è amica dei giornalisti di Vice e che canta in inglese con un accento che va be ok dai (al "fuck me as hard as you can" urlato in silenzio nella seconda canzone non ho potuto trattenere un sorrisino imbarazzato)... Ecco, dicevo, se devo dirlo, non lo dico. NO

MGMT - Little Dark Age - Gli MGMT fanno i dischi di Ariel Pink meglio di come li farebbe Ariel Pink. Ma poi che cazzo ne sapete voi, della pelle d'oca che mi lascia ogni volta "Time To Pretend"? Con questo album non c'entra nulla, certo, come potrei mai parlare male di questi due freakettoni? OK

Dark Polo Gang - Sick Side - Prima che diventassero solo tre ritardati, i quattro della Dark Polo Gang, compreso DarkSide, sapevano ancora fare dell'ottima trap. Uscito a gennaio scorso, "Sick Side" è la cosa più vicina agli inizi della Gang, e non a caso vibra della sua stessa oscurità, dei suoi stessi beat grevi, della stessa attitudine dissacrante che oggi alla DPG manca, e senza la quale ormai non vale più un cazzo. OK

SOPHIE - Oil of Every Pearl's Un-Insides - Vi prego di non tacciarmi di sessimo o omofobia, mi ferirebbe. È solo che non posso farci niente; ascolto il disco di una transessuale che si agita rivendicano la sua emencipazione su delle basi kitsch filo-PCmusic tutte belle laccate, e penso che sia un prodottino commerciale piuttosto ruffiano e scadente. NO


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