Spauracchi

Non saprei dire con esattezza perché accadde.

Forse a causa della mia immaginazione un po' troppo fervida?

Forse in ragione dei miei occasionali incontri con la nostra vicina di casa? (Cara donna per carità, ma decisamente sciroccata per tre quarti e per di più afflitta da un fervore cattolico degno di un Torquemada al massimo della forma).

Forse allora per il mio maestro di religione? (Brav'uomo chi lo nega, ma con sfumature di malcelato sadismo verso dei bimbi un tantino vivaci e dai quali, alle volte, veniva travolto).

Forse per nessuna di queste cause in realtà, o forse per la somma delle tre, oppure per qualche altro motivo che ora come ora mi sfugge.

In ogni caso, mi sembra di poter individuare chiaramente la classica goccia che fece traboccare l'altrettanto tradizionale vaso: la trafugazione dallo scaffale dei miei dell' "Inferno" dantesco.

Naturalmente non ero affatto interessato a ciò che vi poteva esser scritto, ma piuttosto subivo il fascino del titolo, di quella parola misteriosa che indicava un luogo lontano e sfuggente e di cui sentivo parlare gli adulti con intenzioni che mi parevano, di volta in volta, sempre diverse.

Aprì il libro a caso e...SBAM!

Come una capocciata sul muro! Come una pallonata nel basso ventre!

Con tutta la sua nettezza tempestata di dettagli, con tutta la sua potenza nobilitata dai resti delle vittime, lei era là, era là e mi fissava: l'immagine di Belzebù mi scosse nell'intimo e mi risucchiò nel suo cono d'ombra.

Per qualche tempo faticai a prender sonno la sera: immaginavo il Demonio, immaginavo che mi stesse ancora fissando e immaginavo di potermelo ritrovare nei miei sogni (lo sceneggiatore di Nightmare deve aver avuto uno schock simile al mio).

Nella mia mente, in pieno loop, creavo e ricreavo i particolari di quella creatura: lunghi artigli arcuati e giallognoli, volto in putrefazione sormontato da guizzanti vermiciattoli, piede caprino, grosse ali di pipistrello, corna di montone, e poi dei giganteschi, fiammeggianti occhi rossastri senza pupille.

Ma il tempo passò e, a poco a poco, non pensai più al buon Belzebù.

Ora sono grande ormai, ma questo non vuol dire che io non abbia più degli spauracchi: sono solo di una qualità diversa, più materiali (il più delle volte), più, diciamo, empirici.

E lo spauracchio tipico dell'inverno rimane, per me, la mostruosa bolletta del gas.

So che voi sapete che non esagero affatto (sulla sua mostruosità intendo), ma, visto che ho indugiato sui dettagli di una creatura immaginaria, mi soffermerò, visto che è arrivata proprio oggi, anche su quelli di una creatura reale:

Spesa per la materia gas naturale (ergo consumo effettivo): 40% del totale.

Spesa per il trasporto del gas naturale e la gestione del contatore: 13% del totale.

Spesa per oneri di sistema: 3% del totale.

Ricalcoli: 4% del totale.

Imposte: 22% del totale.

IVA: 18% del totale.

Il caro buon Belzebù ha sempre avuto di meglio da fare che infastidire un povero moccioso piscia-sotto, mentre questo nuovo spauracchio viene a trovarmi con pervicace regolarità.

Esisteranno esorcisti in questo campo?


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