Ma non li chiamavate "pantaloni ascellari"?

Da una manciata di anni impazza la moda dei pantaloni a vita alta. Li vediamo addosso alle giovani adolescenti così come a ventenni, trentenni e oltre, sono addosso alle influencer e alle fashion blogger. E fin qui tutto ok, una moda come le altre… no, aspe’, fermi un attimo… Andate con la mente indietro nel tempo… Vi ricordate cosa si diceva tempo addietro su questi pantaloni che arrivano al di sopra dell’ombelico??? Ma andiamo con ordine e riflettiamo un po’ su tutto ciò che vi ruota attorno…

Partiamo con una breve cronistoria. Io, un classe ’89, ho affrontato l’età adolescenziale e le scuole superiori con il culto dei pantaloni a vita bassissima (era il periodo 2003-2008), indossati dalle star e di conseguenza dalle giovani adolescenti; ricordo benissimo quei bellissimi perizomi colorati che si intravedevano senza aguzzare troppo la vista specialmente quando la ragazza era seduta, anzi li adoravo, ne ero uno dei maggiori estimatori e valorizzatori, erano pittoreschi quanto tremendamente sexy, era come se l’intimo volesse insorgere, non volesse più accettare il suo ruolo di prigioniero e allora eccolo fare prepotentemente capolino dai jeans quasi a dire “sono parte dell’abbigliamento e del fascino anch’io, sono arte del vestiario anch’io”; alcuni avevano poi colori e motivi che sembravano fatti apposta per attirare l’attenzione (una mia compagna di classe ne aveva uno verde con le paperelle), in pratica l’intimo nel suo intento di insorgere spesso sceglieva una veste che gli potesse dare ragione, che gli permettesse di dire “ve lo ripeto, anch’io merito di essere guardato”; era proprio questo spirito ribelle ed insolito, questo volersi rendere visibile sebbene non fosse originariamente creato per esserlo a renderlo così sexy, così artistico. Feci anch’io la mia parte, così come anche i maschi della mia età: noi però lo facevamo in modo ovviamente un po’ diverso, indossavamo il boxer e ciò che doveva essere visibile era l’elastico con il marchio (eh sì, a quell’età il marchio fa la differenza); poi c’erano i più tamarri (ma nemmeno così pochi) che addirittura li portavano diversi centimetri sotto il boxer (e non mi dispiaceva nemmeno come moda anche se sinceramente io non sono mai riuscito a portarli né a capire come facessero a non cadere). Un’arte però non riconosciuta come tale da tutti, soprattutto dalle personalità più anziane e mentalmente arretrate, quante volte i professori ci chiedevano di tirare su i pantaloni, qualche preside emanò addirittura una circolare per bandire questa moda nel proprio istituto, in due degli Stati Uniti si cercò inutilmente di renderla illegale.

Qualcuno però già allora avvisava che la vita dei pantaloni più avanti si sarebbe alzata. Nel 2004 giravo spesso sull’ormai defunta All Music ed ero solito guardare la trasmissione All Moda. Una volta accendo e vedo la conduttrice Lucilla Agosti annunciare con tono quasi minaccioso che i pantaloni a vita bassa sarebbero scomparsi in favore di quelli “ascellari stile Fantozzi anni’80” (sì, ricordo che usò all’incirca queste parole); vennero pure intervistate alcune persone in giro e queste si dimostrarono tutte palesemente contrarie al ritorno della vita alta. Ma ricordo anche un servizio visto da mia madre (forse qualche rubrica del TG2) in cui qualche stilista diceva che “com’è stato difficile abituare la gente alla vita bassa sarà altrettanto difficile abituarla alla vita alta”; ma ne parlavano anche le riviste del settore e quant’altro…

Ma se fate un salto con la mente in quegli anni… vi ricordate come venivano visti ai tempi i pantaloni a vita alta? Semplice, erano ridicolizzati, scherniti, specie in Italia, dove sono stati a più riprese collegati alla figura comica del ragionier Fantozzi; quante volte abbiamo usato l’espressione “pantaloni alla Fantozzi” oppure anche “pantaloni ascellari”; quante volte abbiamo visto uno portare i pantaloni un pochino più in su rispetto allo standard e abbiamo detto “Oh ma dove ce li ha i pantaloni quello? Sembra Fantozzi!”, il più delle volte si trattava di una persona non più giovanissima, quante volte abbiamo visto andare in giro un anziano con una maglietta infilata in dei pantaloni classici sopra l’ombelico (sì, perfino la maglietta o la camicia infilata dentro non era granché benvista in quegli anni), talvolta accompagnati da un paio di bretelle, tant’è che spesso abbiamo identificato questo look “ascellare” come il tipico look dell’anziano che se ne frega di come va in giro vestito (“sei vestito come un vecchio, guardati!”); oppure erano considerati un retaggio degli anni ’80-‘90 da non imitare (“ahahah ma guarda come ci vestivamo”); ricordo che in classe nostra guardavamo male la nostra prof. di matematica per i suoi jeans e pantaloni piuttosto alti molto anni ’80, figuriamoci se ad indossarli era un alunno…

Alla luce di tutto questo non avrei mai pensato che circa una decina di anni dopo (sì, effettivamente ci hanno messo molto tempo a tornare) li avrebbero indossati tutte come se niente fosse.

Chiariamo una cosa: a me piacciono (e detto da un vecchio sostenitore del perizoma in vista direi che vale doppio), non solo perché evidenziano curve e fondoschiena ma anche e soprattutto per quell’alone di mistero che creano; la ragazza che li indossa diventa più coperta ma anche più misteriosa; è il discorso del vedo-non vedo ma espresso in un’altra modalità, in tal caso è la camicetta o la maglietta che viene parzialmente nascosta dentro il pantalone, sporgendosi e “gonfiandosi” ma risultando visibile solo parzialmente e ciò risulta piuttosto intrigante. C’è anche un ché di stravagante, il pantalone che dovrebbe coprire soltanto le gambe arriva invece a fasciare gran parte della pancia arrivando talvolta a dominare più di metà della silhouette, mentre la maglietta o la camicia che dovrebbe essere in gran parte visibile qui viene parzialmente nascosta, è come se i ruoli si invertissero; in più le caviglie scoperte oltre ad avere un qualcosa di sexy spostano il baricentro del pantalone verso l’alto; e onestamente, un tocco di stravaganza nella moda non è mai da bocciare. Negli outfit eleganti poi la vita alta sembra essere maggiormente raccomandata, mi sono recentemente convinto che “l’eleganza è a vita alta”.

C’è però da dire una cosa: un sacco di ragazze non li sanno portare! Innanzitutto infilare qualcosa nei pantaloni è una cosa che va fatta con criterio e non si può fare proprio con tutto, altrimenti è soltanto una soluzione di comodità che può risultare sgradevole alla vista. Ad esempio li ho visti portare senza cintura (per me una cintura più o meno stilosa è d’obbligo con un outfit a vita alta, il fibbione assume così un importante valore estetico) infilandoci dentro cose che non sono certo fatte per essere infilate dentro, tipo un top, una maglia attillata o addirittura un maglione! Pensa un po’, un maglione infilato nei pantaloni, guarda dove siamo arrivati… Per non parlare di chi li accoppia con una camicetta annodata o peggio con una di quelle alquanto antiestetiche magliettine larghe e cortissime (diciamo “mozzate” che è più corretto) che lasciano scoperta la pancia… Ma davvero trovate fashion quelle robe lì? Sembra una roba del tipo “sì, scopriamo la pancia però mi raccomando il pantalone deve arrivare sopra l’ombelico perché la moda dice così”, un outfit che non sta né in cielo né in terra, se dovete scoprire la pancia o l’ombelico meglio farlo con un tradizionale pantalone a vita bassa e un top normale. Qualcuna poi infila nel pantalone solo metà maglietta o camicia, altra trovata piuttosto trash, in commercio poi vendono quei modelli con la fila di bottoni ma con i passanti per la cintura ad altezza anca, cerco ancora di capire che senso abbiano; in pratica tutte queste soluzioni sembrano fatte apposta per dire “guarda, sto indossando un pantalone all’ultima moda”, non importa che il risultato estetico sia orrendo, l’importante è essere trendy (“fossi figo indosserei vestiti trendy, certe volte son dei capi orrendi che a nessuno li rivendi” cantavano Elio e le Storie Tese mica per niente)…

Ma la domanda di fondo è semplice: perché state indossando tutte questi pantaloni? Vi piacciono davvero o “è la moda”? Siete consapevoli di quello che state facendo? O siete guidate dall’inconscio? Ma non li reputavate orrendi fino all’altro ieri? E perché quelli a vita bassa non li indossate più? Ah ok, ora non sono più cool, perché ve l’ha detto lo stilista di turno, no anzi, la vostra influencer di riferimento su Instagram o la vostra YouTuber, figure che ora vanno di moda e che voi seguite perché non avete una personalità e un vostro stile che venga dalla fantasia e pertanto come delle pecore vi affidate alla prima per numero di follower perché così facendo siete convinte di andare nella direzione giusta (sìììì, la direzione che seguono tutti è quella giusta, woooow)…

C’è poi da aggiungere una considerazione… per il loro ritorno in voga i pantaloni a vita alta hanno anche trovato un terreno favorevole: ci troviamo infatti non solo in un periodo decisamente revivalista in cui per mancanza di idee si vanno a rispolverare vecchie mode, vecchia musica, vecchie trasmissioni televisive… ma anche in un periodo in cui tutti stanno diventano tristemente più moralisti, bigotti, vegani, pseudoantisessisti, pseudofemministe, ecc… ed ecco che anche i pantaloni che mostrano giusto un pochino di intimo diventano improvvisamente indecorosi…

Tornando un attimo indietro… a volte non pensiamo a che cosa brutta che è la moda: una forma mascherata di dittatura, che ti dice cosa indossare e che se non lo indossi sei una persona brutta e sfigata, mentre brutta e sfigata sarai se indosserai la stessa roba domani. E chi sono i dittatori? Persone altrettanto brutte che sfruttano la debolezza altrui, dagli stilisti che con le loro modelle supermagre hanno rovinato la vita a migliaia di ragazzine all’influencer che non ha un lavoro serio e non sa nemmeno coniugare i verbi. Mi piacerebbe che un giorno si smettesse di parlare di “moda” e ci si mettesse definitivamente a parlare di “stile”, che ognuno fosse veramente libero di avere il proprio venendo accettato ed apprezzato così com’è e che nessuno si sentisse obbligato a cambiare secondo il momento. Ma sta a noi cominciare a dire “faccio come voglio”!


Carico i commenti... con calma