Il Fossile

Era il 1997 ed avevo 8 anni la prima volta che lo vidi: ero con mio Nonno e lui era in Francia, noi seduti sul divano e lui sotto quel sole che stava rompendo le rocce. Ne avevo già sentito parlare e mio nonno, al nominarlo, si emozionava come un bambino di fronte alle caramelle. Era appena iniziata e già si stava salendo, ma lo spazio ed il tempo in quel momento erano relativi. Si sentiva spingere solo a voce, si vedeva il diavolo ed il colore giallo, l'aridità metro dopo metro.

L'anno dopo in Italia ho visto mille scatti ed un russo inflessibile cedere, mio nonno mi parlava di Kubler e di Koblet e li vedevo giganti e lontani, come il mondo del mio caro in Svizzera a lavorare per tornare con un pugno di mosche, o forse, nemmeno quelle. Poi nuovamente in Francia tra le montagne vidi il fossile, vedemmo tutti quel fossile: stavolta la pioggia, la bandana in testa e non erano più i secondi a scorrere ma i minuti, come quei fossili giganti e lontani. Il tedesco di ferro a capo chino e con la schiena spezzata avrebbe rischiato di saltare per aria l'indomani.

Torna l'estate e torna l'Italia, stavolta il fossile cannibalizza, mangia strada e mangia giovani prede. Ad Oropa vidi qualcosa che, se ci penso, non ci posso credere. Vidi un fulmine a ciel sereno, vidi un fossile volare, vidi una maglia rosa recuperare quasi un minuto.

Ma, qualcosa di grandioso non può che finire in maniera atroce, grottesca. Io ho amato tanto questo fossile, fossile come lo erano negli anni '50-'60-'70 anni dorati e mai dimenticati. Nel '99 passò per il mio paese e passò per ultimo, avevo 10 anni, alzai il mio cartello con scritto "Forza Pantani"; se ci penso, ancora piango.


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