UNO senza punteggio...
Premessa: sì, lo so, i problemi della vita sono ben altri, ma ogni tanto bisogna trovarsi qualche finto problema su cui dibattere, il fascino del porsi interrogativi e cercare di dare spiegazioni è uno dei piaceri della vita. Per esempio...
Tutti ce la siamo fatta una partita a UNO, il celeberrimo gioco di carte colorate e numerate di casa Mattel, e lo abbiamo fatto nelle occasioni più disparate, in famiglia, a scuola nelle ore buche, a Natale al posto della noiosissima tombola, in spiaggia, alle grigliate.
Però… c’è un però…: praticamente nessuno calcola il punteggio come da regolamento, giuro, non l’ho visto praticamente fare a nessuno, qualsiasi gruppo che ho visto giocare si limitava semplicemente ad assegnare un semplice punto di chiusura a colui che esauriva per primo le carte. Ci ho giocato più volte con gli amici e con i compagni di scuola ma ho partecipato senza troppo entusiasmo proprio per questo motivo; una volta ad una grigliata ho detto “raga però si gioca con i punti!” e la risposta che ho ottenuto è stata un secco “ma quali punti, chi chiude un punto!”, un’altra volta, l’unica in cui io ed un mio amico siamo riusciti a far applicare il punteggio, l’altro amico diceva “ah perché esiste un punteggio?”, ma anche su YouTube si trovano diversi challange e praticamente tutti si concludono senza calcolo del punteggio, persino su Yahoo Answer ad un quesito su quanto valessero le carte al fine del calcolo del punteggio c’è chi ha avuto il coraggio di rispondere “non c’è nessun punteggio, chi vince ottiene un punto”, ma pure le versioni che giocavo anni fa su Facebook non lo applicavano.
In sostanza il punteggio non è mai entrato nell’immaginario collettivo dei giocatori di UNO, sembra siano in pochi a sapere che quando un giocatore chiude si prendono le carte rimaste in mano agli avversari e con esse si determina il punteggio, quindi che le carte numerate dallo 0 al 9 hanno il valore riportato sulla carta mentre quelle speciali colorate (SALTO, CAMBIO GIRO e PESCA 2) hanno valore 20 punti e i due jolly (CAMBIO COLORE e PESCA 4) hanno valore 50, e che vince chi arriva prima a 500 (oppure si può fare come a Scala 40, calcolando quanti punti rimangono in mano a ciascun giocatore ed eliminando chi man mano arriva a 500).
Per quanto mi riguarda trovo le partite a UNO senza punteggio vero e proprio assolutamente insulse, il gioco sembra proprio non avere un senso, uno scopo, se non quello di cazzeggiare, il gioco è assolutamente piatto e privo di imprevedibilità e veri e propri colpi di scena, viene meno persino il vero valore e la vera potenza delle carte speciali… Dove sta il coinvolgimento emotivo nel sapere che dopo una manche movimentata il fortunato vincitore si beccherà un misero punto? Non è più bello sapere che il vincitore potrà incassare dalla miseria di pochi punti fino a qualche centinaio avvicinandosi alla vittoria? Non è più coinvolgente cercare di sbolognarsi le carte più valorose per non lasciare punti agli avversari? Non dà più soddisfazione vedere che l’avversario è rimasto con un sacco di carte in mano (magari fatte pescare proprio alla fine del gioco) e che alcune hanno anche un certo valore piuttosto che dire semplicemente “chiuso” e beccarsi un misero punto? Non vi piace l’idea che da una manche all’altra tutto si possa ribaltare, l’idea di poter innescare un meccanismo di inseguimenti, di distacchi e rimonte come in una gara di motociclismo? Sincero, non vi capisco!
Però ho provato a fare delle ipotesi sul perché calcolare il punteggio a UNO non è prassi come dovrebbe. Vediamo. Potrebbe darsi che molti, dopo aver comprato la scatola di carte da gioco, non abbiano mai davvero letto, forse nemmeno cagato di striscio, il bugiardino in essa contenuto, che conoscano le regole soltanto perché tramandate di amico in amico, chissene se spesso inesatte; infatti si noti come oltre alla presunta inesistenza di un punteggio da calcolare si siano diffuse anche altre regole non previste dal regolamento ufficiale ma spacciate per basilari; una su tutte quella della possibilità di cumulare le carte di pesca, quindi di ribattere un PESCA 2 o un PESCA 4 facendo pescare all’avversario un numero spropositato di carte (6, 8, 10, 12) anziché pescare semplicemente le carte e saltare il turno come si dovrebbe, una regola che tutto sommato può anche essere divertente ma è bene sapere che si tratta di una variante, una regola peraltro recentemente sconfessata dalla stessa pagina Twitter del gioco con un tweet molto chiaro; molti pensano poi che non si possa né cominciare né chiudere con una carta azione, falsissimo, basta leggere il foglietto per scoprire che l’unica carta che non può aprire il gioco è il PESCA 4 e che se si chiude con una carta di pesca il giocatore successivo deve comunque prendere le carte, che contribuiranno anch’esse a formare il punteggio; o anche la totale libertà con cui viene giocato proprio il PESCA 4, ignari del regolamento che ne consente lo scarto soltanto nel caso non si abbiano carte dello stesso colore dell’ultima giocata, nonché della possibilità del giocatore condannato alla pesca di poter contestare la giocata, con tutte le conseguenze del caso…
Un’altra ipotesi potrebbe consistere nella natura spesso totalmente informale, leggera e scazzata del gioco, basti pensare ai contesti e alle modalità con cui solitamente si svolgono le partite: si gioca su un telo da mare, su uno striminzito tavolino da spiaggia o da pic-nic, su banchi di scuola uniti, su letti di hotel sgangherati, in momenti spesso morti e ristretti, il gioco viene poi organizzato in maniera assolutamente disordinata, con i giocatori disposti in maniera spesso non lineare e persino in posizioni scomode, persino il modo in cui viene trattato il mazzo degli scarti è discutibile, i giocatori scartano le carte allungando le braccia e gettando letteralmente la carta sul mazzo che dopo pochi scarti diventa un qualcosa di simile ad una discarica, un mucchio selvaggio che rende persino difficile capire qual è l’ultima carta giocata, manco si riesce a trovare quel nanosecondo necessario per sistemarlo (figuriamoci per calcolare il punteggio)… Sembrerebbe quindi che il gioco sia visto più come un semplice modo per ammazzare il tempo che un vero e proprio gioco in cui mettere impegno e concentrazione; infatti il gioco è accessibilissimo a tutti, facile da imparare e non comporta particolari strategie di gioco per vincere, non serve essere giocatori esperti o abili strateghi per vincere, vince semplicemente chi ha la fortuna di ricevere le carte giuste, non è come giocare a scopone o a briscola, dove bisogna metterci testa ed analizzare l’andamento del gioco e l’operato degli altri giocatori; non è un gioco per veri appassionati di giochi di carte, chi ama davvero i giochi di carte predilige le partite a burraco, a scala 40, a bridge o a poker e ci mette il 101%, si metterebbe quasi a ridere a sentire che vi state ritrovando per una partita a UNO; da sottolineare che il gioco è prodotto dalla Mattel, una casa che produce giocattoli, non certo specializzata in giochi di carte, non è la Dal Negro o la Modiano, ciò suggerisce che in pratica UNO non è nemmeno un gioco di carte ma più un gioco di società basato sulle carte, ma forse è addirittura un vero e proprio giocattolo che viene di fatto trattato come tale, non seriamente. Alla luce di ciò si direbbe quindi che il calcolo del punteggio verrebbe considerato dai più una perdita di tempo o renderebbe troppo seria una situazione che invece non lo è, inoltre la cifra di 500 punti (e qui mi riferisco a chi in qualche modo sa qualcosa a proposito del calcolo del punteggio) risulta probabilmente troppo alta e lunga da raggiungere agli occhi di ha deciso di cominciare una partita giusto per vincere la noia, preferisce quindi assegnare un punto al vincitore della manche e non fissare nemmeno un punto di arrivo in modo da poter interrompere il gioco non appena stufi… In un mondo fatto di spot dove non si ha pazienza e propensione all’ascolto e domina l’astio verso le cose lunghe capisci che un gioco che prevede di arrivare a 500 punti può risultare troppo lungo e anacronistico…
Ma sono tutte supposizioni che trovano il tempo che trovano, considerazioni che mi sono semplicemente venute in mente e che ovviamente non si pongono come verità assolute, non mi dispiacerebbe sentire il parere degli altri utenti in merito a questa questione. In ogni caso sappiatelo: se volete tirarmi in ballo in una partita a UNO, il punteggio si deve applicare, altrimenti cercatevi qualcun altro…