Se una tipa ti guarda sdegnata in una calda sera d'estate
Fa caldo.
Ho caldo.
Pure il mio cane ha caldo.
Ci rifugiamo in un centro commerciale.
Nel centro commerciale ci rifugiamo da Mekki.
Sul tabellone schifezze ordino una schifezza gelata.
Mi metto in coda e ritiro un cono gusto tipopanna. Sagomato bene, la crema ha una consistenza marmorea.
Il cane mi guarda. Un assaggio, solo un assaggio.
Appoggio il mignolo sulla punta del gelato. La crema è tornita, al tocco resiste.
Sguardo famelico, il cane insiste.
La supplica sussiste. Anche la bavetta persiste, agli angoli delle fauci amorose.
Sed non satiata, insaziabile gola di cane.
Affondo il mignolo sulla punta del gelato, scalfisco un angolo di crema, lo allungo verso le fauci.
La linguetta raspa la pelle. Ancora, eddai.
Cambio dito. Affondo l’indice.
Allungo di nuovo verso la lingua raspante.
In breve finisco le dita disponibili.
Il cane rassegnato mi segue fuori dalla coda di Mekki, mentre una tipa mi allunga uno sguardo sdegnato.
Dovrei dirle Oh tipa, desideri anche tu qualcosa da leccare?
Ma c’è sempre il rischio di essere preso in parola.
Fa caldo.
Tanto caldo.