A pipa (l´aquilone)

Solta a pipa menino...

Eccoli i bambini, che delicati lo rincorrono in lieti idilli primaverili, inebriati dalle fragranze della vita che tenera si rincorre nei prati...

Ninguem!

Nessuno li rincorre piú; strade strette, marciapiedi con fili tesi a connettere l´impossibile.

Trovare la breccia sub-urbana verso l´azzurro é il cammino verso un piccolo sogno di libertá.

Uma palha de coqueiro, fio de nylon e uma sacola de plastico.

Il necessario per fare un aquilone.

Sei povero, nato in un posto orrendo, circondato da persone volgari e il tuo futuro piú prossimo é un revolver.

A inocência está perdida.

Il filo é ormai pregno di cerol: polvere di vetro con colla.

Gli imbratta il nylon ormai tagliente, come ghigliottina pronta a decapitare altri perversi aquiloni.

Soddisfatto é il ghignare di occchi trionfanti che scrutano la vittima volteggiare, cadendo, verso il grigio polveroso del cemento.

E quando il destino traccia il piú macabro disegno eccolo fuori controllo.

L´aquilone plana svolazzando sull´ asfalto e scende ad accarezzare il collo d´un ignaro motociclista.

Piccolo sogno di libertá in una pozza di sangue.

“ ...Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,
risale, prende il vento; ecco pian piano
tra un lungo dei fanciulli urlo s'inalza.

S'inalza; e ruba il filo dalla mano,
come un fiore che fugga su lo stelo
esile, e vada a rifiorir lontano.

S'inalza; e i piedi trepidi e l'anelo
petto del bimbo e l'avida pupilla
e il viso e il cuore, porta tutto in cielo.

Più su, più su: già come un punto brilla
lassù lassù... Ma ecco una ventata
di sbieco, ecco uno strillo alto... - Chi strilla?... ”


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