Attenzione, non è una recensione né un editoriale, è una storia d’amore.

Attenzione, non è una recensione né un editoriale, è una storia d’amore.

Per 29 anni è stato vivo, per 42 è stato innamorato, e per 9 è stato morto. Che lui sia stato uno dei migliori cantanti del ‘900 probabilmente lo sapete. Che quella con June Carter è la più bella storia d’amore degli ultimi 100 anni, forse no. (Sarah Vowell)

Lui è nato da una famiglia poverissima in Arkansas, da bambino aiutava i genitori a raccogliere il cotone nei campi. All’età di 12 anni il padre lo incolpò ingiustamente del terribile incidente mortale accaduto al fratello maggiore, scolpendo così il suo cuore per sempre. Dopo il servizio militare, nonostante i problemi di dipendenza dalle droghe ed una scarsa propensione alla monogamia, sposa Vivian.

Lui vestiva sempre con giacca, pantaloni, camicia, cravatta e cappotto regolarmente neri, tanto da essere soprannominato the man in black. Negli anni ’70 nessuno vestiva in nero, tutti avevano abiti sgargianti, cappelli da cowboy, lustrini e paillettes, soprattutto nel mondo dello spettacolo. Ha scritto una grande canzone nel 1971 per spiegarci il perché:

“Beh, ti chiedi perché mi vesto sempre in nero
Perché non vedi mai colori luminosi sulla mia schiena
E perché il mio aspetto sembra avere un tono cupo
Beh, c’è una ragione per le cose che ho indosso

Indosso il nero per i poveri e gli emarginati
che vivono nella lato senza speranza e affamato della città
Lo indosso per il prigioniero che ha da tempo pagato per il suo crimine
Ma è lì perché è una vittima dei tempi

(…)

Lo indosso per i vecchi malati e soli,
Per quelli spericolati il ​​cui brutto viaggio li ha lasciati freddi,
Indosso il nero in lutto per le vite che avrebbero potuto essere
Ogni settimana perdiamo un centinaio di bei giovani.

(…)

Ma finché non iniziamo a fare una mossa per fare alcune cose giuste,
Non mi vedrai mai indossare un abito bianco.

Ah, mi piacerebbe indossare un arcobaleno ogni giorno,
E dire al mondo che va tutto bene,
Ma proverò a portare via un po'di oscurità sulla schiena,
Fino a quando le cose non saranno più luminose, sono l'uomo in nero
”.

Lei, June,di cognome famoso (Carter, della Carter Family), si trovò a lavorare con lui nel suo road show statunitense. Entrambi erano sposati ma i rispettivi coniugi non parteciparono a quella tournée. June, ragazza rispettabile, non avrebbe mai rubato il marito ad un’altra, soprattutto se lui a quei tempi era irrimediabilmente fanatico e drogato. Ma il destino aveva già scritto quella pagina, June dichiarò “mi sentivo come se fossi caduta in un pozzo infuocato, stavo letteralmente bruciando viva”. Non sapendo come uscire da questa situazione, affidò i suoi sentimenti ad una pagina bianca, poi aggiunse una splendida melodia, una chitarra ed il titolo “Love’s ring of fire” e la diede alla sorella, Anita per inciderla su disco. Si è fidata della musica.

“L' amore è una cosa che brucia e crea un anello di fuoco

Costretta da un selvaggio desiderio a cadere in un ardente anello di fuoco

Sono caduta nell’ardente anello di fuoco

E brucia, brucia, brucia l' anello di fuoco

Il gusto dell'amore è dolce quando cuori si incontrano

Ti credo come una bambina oh ma il fuoco si è scatenato

Sono caduta dentro dentro dentro l’anello di fuoco”

Sono andata sempre più giù giù giù nel fuoco più profondo

Una struggente dichiarazione d’amore fatta tramite la musica che lei ama. Come si potrebbe fare meglio? In quella canzone coesistono sentimenti contrastanti, gioia e dolore, disperazione ed illusione. Ovviamente lui ascoltato il brano, ne percepisce solo la parte gioiosa, capisce di esserne il destinatario e lo riscrive in una sera, imbottito di barbiturici per smaltire le anfetamine. Lo riscrive intuendo istintivamente il finale della storia, nasce così la splendida cover che tutti conosciamo. Aggiunge sonorità mariachi, fiati, cori e la promessa del suo amore eterno, rendendo il brano immortale. A conferma in seguito anche Jerry Lee Lewis, Tom Jones, Eric Burdon, Ray Charles, Wall of Voodoo, Blondie, Dwight Yoakam, Social Distortion, Frank Zappa, Bob Dylan, Elvis Costello, Blondie, Chris Isaak e tanti altri ne fecero una loro versione, omaggiando così l’amore (per ora) impossibile dei nostri protagonisti.

A nessuno è mai venuto in mente di essere predestinati? Di pensare “ecco doveva capitarmi per forza”. Immaginatevi la scena, la sera seguente sul palco the man in black cantava la canzone scritta per lui dalla sua amata con ai cori la stessa amante, la madre e la sorella di lei. Se questo non è un segno del destino…

Negli anni ’60 c’era un visione più casta dell’amore, un brano con quel testo quasi esplicito, addirittura cantato da una donna non sarebbe stato concepibile avrebbe creato scandali, censura ed ostracismo. Paragonare l’amore per un uomo sposato al fuoco a quei tempi era come tuffarsi nelle fiamme dell’inferno. Ci voleva coraggio, incoscienza ma anche tanto amore.

June Carter stava desiderando l’uomo di un’altra donna, violava il nono comandamento!

Il momento in cui June riconosce a sé stessa di amarlo, è molto simile a quello in cui Huckleberry Finn (M. T.) decide di aiutare lo schiavo nero Jim a scappare, anche se gli hanno insegnato che farlo è sbagliato. “E va bene” dice Huck, “andrò all’inferno”. Quel momento è esattamente quando June canta “oh”, c’è un’immensità di apprensione in quella piccola parola, “oh”. Come in oh, cosa ho fatto. Oh, la sua povera moglie. Oh, Signore, perdonami. Oh, per l’amor del Cielo, è meglio che gli butti tutte quelle pillole nel gabinetto. E … oh, continuerò ad amarlo ugualmente.

“Ring of Fire” divenne la hit numero uno nel 1963. Poi, finalmente, lui divorziò. E June divorziò. E lui smise con le droghe. E nel 1968 si sposarono.

Quando dico che questa è la più grande storia d’amore del ventesimo secolo, non penso alla situazione che ho appena descritto anche se, certo, le migliori storie d’amore necessitano di alcuni ostacoli da superare, e loro ne incontrarono diversi. No, penso in realtà al loro matrimonio 35 anni in cui vissero felici e contenti.

Una favola? No, nessuna favola, la realtà. Chi potrebbe scrivere una lettera così dopo 24 anni di matrimonio per il 65° compleanno della moglie?

Buon compleanno principessa, ormai siamo vecchi e ci siamo abituati l'uno all'altra. La pensiamo nello stesso modo. Leggiamo la mente dell'altro. Sappiamo quello che l'altro vuole anche senza dirlo. A volte ci irritiamo anche un po'. Forse a volte ci diamo anche per scontati. Ma ogni tanto, come oggi, medito su questo e mi rendo conto di quanto sono fortunato a condividere la vita con la più grande donna che abbia mai incontrato. Continui ad affascinarmi e ad ispirarmi. La tua influenza mi rende migliore. Sei l'oggetto del mio desiderio, la prima ragione della mia esistenza. Ti amo tantissimo. Buon compleanno principessa.”

“June mi ha salvato la vita, e poi le piacciono gli stessi film che piacciono a me.”

C’è una loro canzone, una ballata gospel, in cui duettano insieme, June canta

Se sarò davvero io la prima ad andar via,
e, chissà come, mi sento che sarà così,
quando sarà il tuo turno non sentirti perso

Perché sarò io la prima persona che vedrai

Così, senza aprire gli occhi, aspetterò su quella spiaggia

Finchè non arriverai tu, e allora vedremo il paradiso.

Come lei aveva previsto nella canzone, June morì per prima. Soltanto quattro mesi dopo lui la raggiunse. Prima di morire disse: “questa cosa, fra noi due va avanti dal 1961, e non voglio fare nessun viaggio se lei non può venire con me”.

Avete capito lui chi è? All’inizio dei concerti era solito presentarsi così:

Hello, i’m Johnny Cash


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