Lettera senza attesa di risposta ad un fan di Achille Lauro

Ciao, scrivo a te perché la stima che nutro nei tuoi confronti mi spinge a farlo. Stima e rispetto per la forza con la quale esprimi il tuo parere ed il tuo supporto ad Achille Lauro. In questa settimana in cui gli sta piovendo addosso di tutto tu sei lì in prima fila, guidato da autentico trasporto e sincera partecipazione e senza mai scadere nelle volgarità, fatto non comune in questo contesto sociale caratterizzato da slogan ruttati.

Ti scrivo perché tu, come moltissimi altri in questi giorni, mi stai letteralmente fracassando i maroni via social con Achille Lauro, solo che tu, a differenza di troppi, hai quel non so cosa a livello di comprensione del fenomeno del momento che purtroppo manca a me, troglodita cibernetico che ha appena messo il pollicione del piede fuori dall'uscio dalla sua caverna.

Bene, fine della premessa.

Ricordi la canzone di Valerio Scanu? "In tutti i luoghi e in tutti i laghi"? Ottimo, quel brano porta la firma di un ragazzo del quale so ancora meno di quanto non sappia a proposito di Scanu, tale Pierdavide Carone, che se non ricordo male venne escluso dallo scorso festival di Sanremo perché il pezzo proposto non venne ritenuto adatto, trattando di storie di abusi realmente accadute o solo presunte, ma tristemente attuali, su alcune bambine.

Ora, dalla finale della scorsa edizione del festival é passato meno di un anno (364 giorni, il 2020 é pure bisestile ma non credo c'entri granché) e tu vorresti seriamente farmi credere che ti é bastato così poco tempo per diventare sensibile su certi temi?

E quando dico TU, non mi rivolgo specificamente a te, parlo di noi. Davvero é servito Achille Lauro a svegliarci tutti?

"Eh ma lui ha la tutina", "si é spogliato di tutto", "fa l'ambiguo", "sta un passo indietro", "canta al femminile". E sticazzi? Stai dicendo che uno vestito in maniera per così dire tradizionale, messo sul palco con un brano di musica per così dire leggera, magari pure in grado di cantare, non avrebbe lo stesso potere comunicativo di un saltimbanco? Che mancherebbe di forza e credibilità una volta messo lì, sullo stesso palco dal quale Lauro biascica le sue 4 banalità, con una canzone che denuncia le medesime brutalità?

É questo che io onestamente non comprendo, in tutta sincerità credo che non ci serva Achille Lauro.

Non solo, ho seri dubbi sul fatto che sia così avanti. Per esempio, prendi "Me ne frego" e mettici su la voce di Gianluca Grignani. Cazzarola, che svolta! La verità é che l'industria culturale é satura, i modelli positivi oggi devono essere camuffati così da provocare avversione. Di questo Achille non ha colpa, tu stesso non hai colpa. Peró, invece che plaudire al miracolo artistico che aspettavamo da decenni (???), dovremmo tutti interrogarci su come siamo arrivati al punto di essere ricettivi solo quando ci provocano. Il fatto di aver assunto le sembianze di tutto quello che ci spaventa non fa di Lauro un genio nemmeno per sbaglio, la provocazione é fine a sé stessa e non porta con sé nessun contenuto di particolare rilevanza:la lotta per il rispetto delle diversità andrebbe presa sul serio e, purtroppo (a causa tempistiche eccessivamente dilatate, un po' per la tendenza tutta italiana a procrastinare ed un po' per mancanza di cultura), combattuta in campo neutro. Il buffone che si presenta in tutú su di un palco, giocando con un'ambiguitá che Mario il benzinaro con la terza media può solo che attaccare, non serve assolutamente a perorare la causa.

Achille Lauro é il Marilyn Manson che non abbiamo avuto nel bel paese e come tale finirà nel dimenticatoio. Disinnescato, innocuo, grasso e calvo.

E per allora, nessuna delle sue trovate ci avrà salvati dallo squallore umano al quale siamo destinati.

Achille Lauro non é avanti, é oltre. É superato, pur essendo arrivato tardi.


Carico i commenti... con calma