Piccolo Antidoto Contro la Psicosi
Persino io, che sono avvinghiato alla mia epoca un po' di sghimbescio, sono (relativamente) a conoscenza del marasma prodotto da questo CoronaVirus.
Mentre sto scrivendo si stanno verificando i primi casi in Italia, vicino alle mie parti (ok ok, più vicino alle parti del Comandante Carlos). Già vedo che si sta autoalimentando un focolaio non meno pericoloso (a quanto pare) del virus stesso: la psicosi.
Starnutisci in pubblico? Untore omicidia! Vai a bere un bianco al bar cinese? Pazzo suicida!
È tutto molto semplice, può succedere che: A) l'etere in cui gironzoliamo è scevro da qualsivoglia infezione; B) eh no! L'infezione ci raggiunge. E, nel caso si verifichi il caso B), la relativa biforcazione sarebbe: B1) abbiamo un Norton Anti-virus a prova di bomba; B2) verremo formattati.
Però, ora come ora, la considerazione che mi viene da formulare è la seguente: è tutto molto normale.
Nella pre-adolescenza ero dotato di un fisico portentoso che mi permetteva di sgranocchiare sassi di fiume come fossero mandorle tostate e di saltare i fossi per il lungo per raggiungere la pulzella di turno che, immancabilmente, cadeva ai miei piedi (forse, invero, a causa dello spostamento d'aria prodotto dal mio balzo felino).
Orbene, in quel tempo i miei mi portarono in gita ai piedi delle Alpi (o erano le Dolomiti? Bah, tutto ciò è irrilevante ai fini di questa scemenza filosofica degna del peggior Epicuro). Come molti pischelli dell'epoca subivo il fascino avventuroso (financo beduino oserei dire) del buon Indiana Jones e, in un momento in cui ero in avanscoperta solitaria in un sentiero poco battuto, non stupisce il fatto che mi sopraggiunse l'uzzolo di saltare attraverso un conglomerato di fresche frasche fruscianti che ostruivano la via.
Mi sono concentrato come Indy impegnato nella scelta del vero Santo Graal e ho pompato nelle vene quel mio sangue limpido di allora non ancora intorbidato dal MacBarren Nero, dal rosso Bonarda e dall'hashish color del caramello.
Ho preso la ricorsa e... STOP! Fermo di colpo come se ora scovassi su Discogs un EP di Alva Noto a poco prezzo.
L'attenzione completamente rapita da uno scoiattolo che stava ridendo di me dalla sua lignea dépendance. E io gli devo la vita a quel pacioccoso nume tutelare dei boschi.
Quella barriera vegetale infatti dava su un terrificante strapiombo che mi avrebbe, se non ucciso (ricordate il fisico portentoso?), cambiato notevolmente i connotati: BrokenJocker avrei dovuto farmi chiamare.
Insomma, chissà quante altre volte siamo stati prossimi alla morte (molto più di quanto ci possa avvicinare questo virus da cui sembra sia più probabile guarire) e l'abbiamo scampata per puro miracolo, perché il nostro spirito guida ci ha protetto, perché l'ultima delle Parche si era scordata le forbici a casa.
Ed io ho parlato di un caso in cui mi ero accorto del pericolo scampato, ma può benissimo darsi che molte altre volte la falce della Nera Signora mi abbia solleticato le nari ed ho scambiato il tutto per un moscerino impertinente.
Calma e gesso avrebbe detto quel pazzo di mio nonno che fumava come un turco e beveva come un irlandese (e che è vissuto, guarda caso, fino a 90 anni).
Siamo vivi, dunque viviamo.
P.S.
Non mi sto informando molto su questo virus, non ho voglia e ho troppo di meglio da fare.
E poi sono restìo a documentarmi attraverso i canali ufficiali d'informazione verso i quali nutro la stessa fiducia che avrebbe Indy sapendo l'Arca dell'Alleanza finita in mani naziste.