Gegiù salvinaci tu!
Stavamo tutti al consorzio per l'assegnazione del reddito di protuberanza e ruocco X aveva ricevuto l'indennizzo maggiore. Stavamo briscolando: io, sant'amesio, Santa clitilda e santo ridubertolo. Denari prende, io c'ho l'uovo il tre e il re bello, di prima mano, bestecemmio. La fila si fa lunga ed impetuosa, si mescola con le altre e dubito di uscirne vivo; entro il millennio. D'un tratto il nostro tavolino , di lambrusco munito , si spezza sotto i mortai Nemici. Bombe al cuoronavairus, dissero, scosse al 5G, supponemmo. In verità, vi dico, in cielo si vide una scia schimica e come una cerniera il cielo si aprì. Dal cielo in groppa ad un sbrutolodonte e con in mano la forcanza delle tenebre apparve GeGiù, e la volta si richiuse.
GeGiù alzó le mani al cielo e disse - che tutti voi possiate avere del fallo abnorme - e tutte le nostre mutande sorrisero. Tutti stavamo a 5 metri di distanza per la paura dell'inghippo della dietranza e ricevemmo per direttissima l'indennizzo maggiore. Ci accorgemmo, dopo sprucolosa analisi, che GeGiù di fallo rimase micrognoso. Decidemmo di far tutti assieme gregge, pure Santa clitilda, così prendemmo due manici di scopa e li incrociamo, appendemmo GeGiù con il superattack su questa "+ bislunga". GeGiù ci ringrazió e non poté non esimersi dal dire - questo governo non lavora con il favore delle tenebre. Subito fu giubilo tra gli indennizzati eccessivamente protuberanti ed il cielo si riaprì tra chiassi, cori e fanfare. Gegiù, però, sprofondó sotto la crosta terrestre e poté così giudicare Bruno Vespa, Emilio Fede e i 2 Meloni.