Benny Mardones (1946-2020), "The Voice"

Ruben Armand "Benny" Mardones potrebbe essere considerato dagli orecchianti di sinistra una mera "one-hit wonder" (al quadrato, come si vedrà). Figlio di un cileno "oberfuhrer" in sonno, veterano del Vietnam, alcolizzato e tossicodipendente a metà anni '80 (per questi problemi verrà cacciato dalla Polydor, stolidamente interessata al solo profitto, questa maledizione dei nostri tristi tempi), sopravvissuto non si sa come all'amico produttore Barry Mraz, a un certo punto diviene l'idolo di Syracuse, NY, dove risulta più popolare del tanto decantato Springsteen (autore, proprio mentre Benny si godeva le prime royalties di "Into the Night", del pleonastico "Nebraska").

Dopo una breve esperienza come frontman degli "Hurricanes" a fine anni '70, una serie di album culmina nel patinatissimo (a partire dalla copertina) omonimo LP, per tutti il "Blue Album" (su ciò rimandiamo alla nostra recensione, pubblicata qualche anno fa, con una qualche reazione, su questo stesso portale). Siamo nel 1989: ad un tempo apogeo ed ipogeo dello chic rock, e anno in cui escono, per dire, Bad English, Strangeways, Dare, Giant. "Into the Night", scritta (e pubblicata) nel 1980 con l'amico di vecchia data e AOR hero Robert Teppardo ("No Easy Way Out"), raggiunge il n. 20 di Billboard, quasi bissando il successo di nove anni prima (quando si era issata sino alla posizione n. 11). Il resto è storia: anzi, leggenda.

Cosa resta di Benny Mardones, nel contesto dell'attuale, esiziale panorama musicale? Anzitutto, la ferrea volontà di ripulire il soul dalle originarie cianfrusaglie vocali e strumentali degli afroamericani; una integrità artistica che ha fatto scuola e per cui Benny ha bevuto l'amaro calice sino alla feccia; soprattutto, il singulto, suo autentico "marchio di fabbrica": che è il melodramma dell'apex mentis in una contrazione operatica à la Orbison. Quell'Orbison stesso che, da crooner di gran mestiere senza complessi di inferiorità, Mardones ha degnamente omaggiato nel corso di un tributo al grandissimo singer statunitense (1990): https://www.youtube.com/watch?v=zA3tFmnTULQ.

Oltre che singer dalla potenza e dall'estensione impressionante, era un uomo buono: un vero uomo. Ricordiamolo così.

Now You're Close the Flame, Benny, Into the Night.


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