Musica indipendente
L'anno 2020 è stato un calcio sui coglioni per la musica indipendente. Poveri musicisti (la parola musicista forse è troppo per chi non suona per professione, più corretta la parola musicante). Poveri noi.
Suonare dal vivo una volta al mese per prendere quattro spiccioli e investirli subito per comprare della nuova strumentazione. E continuare a spendere in sala prove e in benzina per andare in giro a cercare altri locali.
Così l'anno della pandemia ha dato un bel colpo secco a tutto. Un colpo di spugna sul bancone per togliere gli aloni dei bicchieri della birra che chi suona, conosce bene.
Il musicante beve.
Chi suona ha sempre sete. Ricordo il mio chitarrista Francesco che dopo un concerto voleva andare a fare rissa con il gestore del locale perché non voleva pagare. Perché non ci paghi? Cazzo! Perché il tuo chitarrista ha bevuto 23 Ceres! Fra perché hai bevuto 23 Ceres? Perché avevo sete.
Se fai musica hai sempre la gola arsa. Qulacosa brucia dentro.
E nel 2020? Punto a capo. Cosi si può dire "C'era una volta". E come sarà il dopo? Quien sabe.
Certo che io dopo 14 anni di inattività decido di far uscire il mio disco il 15 marzo 2020. Lockdown. O come dicono i francesi "confinement', parola che spiega meglio il periodo. Stop. Tutti fermi. Tutti in casa. Via la musica, su la mascherina.
La voglia di suonare non è più una priorità. Almeno non lo è per gli altri. Gli artisti, quelli veri, con la diretta streaming. Gli altri, noi, con un disperato WiFi con il quale non riesci neanche a parlare con WhatsApp. Perché la voce va a scatti, le immagini si bloccano saltellando.
Una giusta selezione naturale. Chi ha i mezzi in qualche modo riesce ad andare avanti per gli altri buio pesto
Provo a immaginare un futuro prossimo. Ma faccio fatica. Si ricomincerà a suonare dal vivo, nei pub, nelle birrerie, ma sento che qualcosa si è spezzato, incrinato, un segnale distorto. Non si parla più di procedere in salita, questa è l'ora dell'arrampicata.
L'energia non c'è più. Consumata dall'omicidio dell'idea, della genialità, l'eliminazione dell'artista da strada
Non gliene frega un cazzo a nessuno della minoranza. Una minoranza di Rockers.
Cosa si può fare? Si ricomincerà senza strategie. Con tanta voglia di suonare. Perché musicante ha sempre sete.
Flavio ordina delle birre medie.
Chi vuoi bere? Questo giro lo offro io.
(Scritto a cazzo dal cellulare)