I miei editoriali sono scritti falzi che decido di spandere a Nasale.

E' una cosa che sognavo da tempo, parlare del Debasio, essendo lui il mio supereroe preferito del web. Fin da quando ero soltanto una De-Bambina col moccio al naso e le treccine in disordine mentre facevo casino fuori da casa sua.

Il divertimento consisteva nel lanciargli un pallone, nascondermi e stare ad aspettare che rilanciasse... qualche volta me lo rimandava bucato perché ovviamente gli distruggevo i fiori del giardinetto. Ma era divertente osservare che se lo faceva, dopo avere rosicchiato un po' la gomma, emetteva alcuni buffi e divertenti versacci (a conferma che non era ancora proprio morto-morto, come si vociferava) e mi sono convinta sarebbe valsa la pena farci amicizia.

E così, un bel giorno, diventai una Debaseriota doc.

Benché la placida mucca e la rilassante colorazione pastello abbiano lo scopo di tranquillizzare gli estranei frequentatori, il Debasio è in verità un malefico mostro. Possiede numerose teste, parlano tutte insieme e spesso litigano, altre volte fanno cose che non voglio scrivere.

Al tempo della De-Infantilità, quindi, il Debasio lo osservavo a debita distanza e in verità non ci capivo granché di come funzionasse realmente. Le recensioni di norma interessanti certe volte riportavano delle colossali minchiate, altre mi incantavano con oniriche riflessioni o illuminanti conoscenze (anche in virtù di fiumi di interventi più o meno surreali) lasciandomi perplessa. Comunque quelle che consultavo erano per lo più vecchie come il cucco, scrivevo dei commenti che nessuno si filava e più spesso c'era chi sembrava appostato lì con l'unico scopo di insultarmi... In pratica mi faceva ridere oltre a propormi nuova musica, tanto bastava per continuare a frequentarlo. Col tempo scoprii che faceva anche delle fusa straordinarie e, come tutti i gattari sanno, un prrprrprr ben fatto è una di quelle cose al quale è difficile resistere. Mi ha conquistata.

Perciò, a un certo punto, ho scritto anche io la mia prima derecenzia e credo di essere entrata nella famiglia. Delle teste. Dico.

Ma cosa fosse per davvero Debaser qualcuno, prima o poi, me l'avrebbe dovuto dire, Ajò!

La risposta è arrivata.

ILLIBRO dipana la matassina dei più misterici dilemmi che mi hanno accompagnato durante la permanenza qua. Cosa si fa veramente nel Debasio? Chi sono i padri fondatori? Gli editors sono realmente esistiti? Chi sono i più interessanti recensori storici? Quando una recensione può dirsi “riuscita”? Che differenza intercorre tra il Debaseriota e il Debaseriano? Riuscirò mai a sposarmi con Korn? Cose così.

Un compendio per nuov_ deutent_ e un album dei ricordi per vecchi de-bacucchi. Un lettura molto debasica a disposizione dell'universo, finalmente anche fuori dal web.

Ma Debaser nasce, cresce, pasce e si riproduce nell'impalpabilità del mezzo internet. Quindi, che diavolo è successo 'sta volta?

Potremmo intendere questo sperimentale ILLIBRO quale nostalgico ma gioioso ritorno a quello strumento di celluloide quasi perduto, quasi un vezzo in previsione del futuro post-apocalittico senza enel e senza internet che ci attende, quando finalmente gli alieni si decideranno ad invadere la Terra e una nuova generazione di esseri a sei zampe studierà i nostri oggetti di uso quotidiano come preziosi reperti archeologici decantando la grandezza della nostra civiltà... oppure è semplicemente nell'ordine naturale delle cose, a un certo punto della vita, dare una forma palpabile a ciò che amiamo e che abbiamo pazientemente coltivato nel nostro orticello.

… E se ILLIBRO fosse un ortaggio, quale sarebbe? Mi è sembrato un quesito tanto scalcinato quanto intrigante, quindi givstoh. Che fosse anche la strada da percorrere affinché mi si mandasse perdavveramente accagare ottenendo l'agognato de-ban e poi vantarmene con gli amici?! L'ipotesi mi ha solleticato, lo ammetto.

Speranzosa, ostentando falsa timidezza, ho quindi domandato agli “agricoltori” che hanno creduto nel progetto ILLIBRO, proprio quelli che hanno pezzato le proprie ascelle “zappando”, mentre noi stravaccavamo ignari sul de-divano del catzeggio.

Le cose sono andate più o meno così:

C'è il possibilista, quello che tergiversa rigirandomi psychedelicamente la domanda: « Direi che di ortaggi possiamo anche inventarne uno, tipo che succede se un ravanello si innamora di una melanzana? ». Si, che succede?

C'è lo sfuggente parafrasista:

Io: « Credi [suggerisco] che ILLIBRO sia una cipolla per il suo animo sensibile e stratificato naturalmente commovente? »

ESSO: « Chiaramente sono d'accordo con te: [è](...) la stratificata e complessa cipolla! ». Lo dicevo io, eh.

C'è a chi non l'ho chiesto. Avrebbe mangiato la foglia. [((♥?))]. Oppure gliel'ho chiesto ma non mi ha risposto, non sono sicura.

C'è chi inizialmente fa finta di nulla, aprendomi la mente a miglioni di migliardi di differenti possibilità, compresa quella della risposta subliminale indiretta... Che uomo affascinante! Pensavo ♥... ma intendeva il Foeniculum vulgare. Ah! Interessante. Certo... è una pianta dolce di sapore e allegra e profumata d'aspetto (??????).

C'è soprattutto chi divinamente de-capisce tutto-tuttissimo (ma di un'altra domanda) e dà la superba risposta che manderebbe in brodo di giuggiole qualunque DeUtentessa dal palato fino:

« Per me DeBaser è senz'altro un cavolfiore.
1° per l'espressione che ne deriva (e che cavolo)
2° per la sua doppia natura di rude cavolo e di + raffinato fiore
3° per la natura frattale della sua costruzione
4° perchè sembra un cervello ma non lo è
5° è sano nutriente economico ma a volte difficile da digerire.
»

Voglio dire, lui [!♥!]. Punto.

[#gnegnegne agli altri]

Quindi sembra palese che nell'imminente Vol.3 verrà introdotta la fantastica sezione De-Ricette d'Itaglia (che qua nel Vol.2, unica pecca, manca) nella quale ci verrà rivelato come gustare Debaser, melanzelli o ravanzane e produrre in casa un'ottima forma di illegale, brulicante e scoppiettante casumarzu... ma... a questo punto siamo a un nodo cruciale e non potevo che interpellare un aquto amante&sostenitore della prelibata pietanza:

Io : « XXXXXy, secondo te il Debasio è come una forma di casumarzu? »

Esso.: « UH!
Non è "come", è PROPRIO una forma di CasuMarzu!
Grazie per avermelo svelato dopo solo 15 anni di frequentazione!
Le sarò riconoscente à vita.
»

Mò me lo segno. Voi testimoni.

ILLIBRO avrà avuto un qualche effetto su chi è stato pubblicato ma io non ne so niente, non avendoglielo domandato. Avrei potuto, sia chiaro, ma volevo lasciare spazio alla (mia) fantasia e immaginarlo più un sentimento pieno di ardente passione come “ la poesia cose??la poesia e il sesso , l'odio, fusi insieme. ” (cit.)

Insomma, la mia impressione è che ILLIBRO sia una leggendaria carezza papale per tutti i debaserini a casa. E' per questo che ho intercesso per un'esclusiva de-benedizione Nasalizia per tutti, una urbi et orbi che potrete portare nei vostri palpitanti cuoricini per sempre:

« Che si penta tutta la peccaminosa e recidiva deutenza. La prossima piaga microbiologica lanciata dall'Onnipotente colpirà in maniera irreversibile i mediocri scrittori e farà cadere il pene a tutti gli altri. Buona estinzione a tutti.» Padre Amorth

Cin-Cin, attrus annus mellus.


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