E' un hellzapoppin'

E' da diversi minuti che cerco di capire in quale libro, in quale film, in quale anfratto dell'esistenza io abbia sentito quest'espressione. Cercandone online il significato, ho scoperto che deriva dal titolo di un film, e ancor prima dall'omonima rivista che lo ha ispirato, e che sta, più o meno, ad indicare una situazione piena di bizzarrie e sorprese, tipo quella che si va a creare - mi vien da fare collegamenti - nella sezione "Willow Farm" di "Supper's Ready".
Continuo ad arrovellarmi il cervello, cercando di recuperare l'origine della mia conoscenza in merito a una tale bizzarra parola, che per definizione la bizzarria la grida a pieni polmoni. Vi è mai capitato? Ussignur', ci sono certo migliori modi di passare il tempo, ma perché no, perdiamoci i minuti, le ore. Magari servirà a qualcosa! So solo che quest'espressione l'ho vista scritta da qualche parte, o l'ho sentita dire ("I saw it written and I saw it say"). Ho appena mangiato un panino con la frittata, e vado di rutto libero, bollicine di coca cola complici, a frizzare dentro di me.
Faccio appello al mio buonsenso, e scrivo di questa mia ricerca, fregandomene se oggi, o domani, o tra una settimana scoprirò qualcosa di più ... L'importante è mettere nero su bianco. Mi sembra di essere Montaigne, che problematizzava qualsiasi cosa che gli capitasse di pensare, su di sé, sul mondo, sull'esistente. Per noia, mi riascolto un album che non mi piace particolarmente, anzi, mi fa abbastanza cagare. L'idea che mi comunica è semplicemente di vecchiume, e di malinconia stinta, di un gruppo di guaglioni inglesi che cercavano di fare del buon prog in maniera più accessibile. Meglio sicuramente di chiodi nelle palle, ma se a salvarsi è solo una manciata di canzoni, tra le quali a spiccare è pure uno dei singoli che ha fatto accendere più accendini ai concerti, il godimento non è di certo assicurato.
"Hellzapoppin'" è un film comico del 1941, in forma di musical. Attore principale, Ole Olsen, che negli anni '30 formava con Chic Johnson un duo comico anomalo, diverso dai classici Stanlio e Ollio, o Gianni e Pinotto. Il disco che sto ascoltando è di 37 anni dopo. Il riferimento del titolo è a un romanzo giallo del '39, in periodo "helzapoppin'". Fregacazzo della numerologia, tutto questo serviva giusto a giustificare (pun intended!) il legame, seppur labile, che può avermi portato ad ascoltare un album che poco mi comunica, dalla prima volta che l'ho ascoltato. La noia fa fare tante cose. Sono al quinto pezzo, e ancora non so dove io abbia letto o sentito per la prima volta la buffa espressione interessata - di certo non interessante. Sono sempre meno convinto che caverò un ragno dal buco. Hell - zap - poppin'. Scompongo la parola per inerte gioco autoreferenziale.
A questo punto, il lettore si chiederà, a diritto: "Che diavolo di senso ha tutto questo? Non riesco a credere di essere arrivato qui!". Forse questa stessa sensazione è anche la mia. "The part was fun, but now it's over" canta qualcuno, proprio ora, e non poteva essere più puntuale.


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