Seconda Edizione, 'Nemmeno il tempo di un abbraccio', un libro di M.Parisi

Il romanzo di Mimmo Parisi, Nemmeno il tempo di un abbraccio (PlanetEdizioni, pag. 212), Seconda Edizione, sarà distribuito su Mondadori Store, Feltrinelli e IBS il 31 luglio 2021. Pur essendo stato rimaneggiato, non vi è un cambio di rotta rispetto alla prima pubblicazione. Il clima rimane lo stesso, ma con maggiore dovizia di narrazione. Di sicuro il romanzo non mancherà di sorprendere quei lettori che hanno già seguito l’intreccio presente nella prima pubblicazione.

Una storia contemporanea

Ambientato ai giorni nostri, narra attraverso la voce dei suoi protagonisti, la crisi globale causata dal coronavirus: un crollo che ha minato le sicurezze di tutti. Come sempre purtroppo, le crisi non fanno che acuire le differenze economiche tra i diversi gruppi che partecipano alla società, e questa nemesi virale non è da meno delle altre. A soffrire sono sempre, va da sé, specialmente quelle parti che continuano a essere periferiche nei confronti del potere decisionale. Nemmeno il tempo di un abbraccio è un romanzo che percorre le strade deserte del lockdown, fra la gente in fila alla Coop e le saracinesche abbassate e disperate.

Genesi del plot

Nello spiegare la genesi del libro, Mimmo Parisi afferma:“Mentre il 9 marzo seguivo il presidente Conte dichiarare lo stato di lockdown, ho controllato più volte con il cellulare cosa stesse accadendo nelle altre nazioni: stranamente, niente. Il problema Covid-19 ovviamente era riconosciuto ma solo l’Italia sembrava essere stata presa di mira in maniera massiccia da quel virus che aveva fatto tanta strada per venire a visitare lo stivale tricolore. Era come se avesse voluto dichiarare guerra solo a noi. Poi lo sappiamo come è andata a finire. Tutti i leader europei si sono ricreduti, anche l’inglese Johnson che non era molto convinto. Comunque è proprio quel 9 marzo che, sostanzialmente, è stato ideato il plot di Nemmeno il tempo di un abbraccio. Vi auguro una buona lettura per questa seconda edizione che è, ovviamente e narrativamente, molto più ricca della prima.”


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