"Giovanna - Omaggio a Milva", 29 Gennaio 2022, Teatro San Babila, Milano

Il 29 gennaio, al Teatro San Babila di Milano, si terrà uno speciale evento a coronazione dello spettacolo "Giovanna - Omaggio a Milva"; lavoro che nasce con il preciso intento di riscattare la memoria di Milva, troppo poco celebrata.

Dopo aver toccato, con pienezza di energia, varie località italiane, la cantante viareggina porta la rappresentazione - strenna a Milano.

Se è vero che comprendiamo quanto una cosa sia ignorata solo quando la amiamo sinceramente, Giovanna, con il suo intenso omaggio (anch'esso mai abbastanza celebrato), dimostra tutto l'affetto che nutre nei confronti della Rossa della canzone.

"Quando presi le mie prime lezioni di canto, la maestra mi disse che se avessi voluto cantar bene, avrei dovuto studiare Milva", riferisce Giovanna.

A quei tempi, Milva, era un gioiello grezzo, appena giunto nella grande vetrina del mondo dello spettacolo. Col tempo, tuttavia, sarebbe diventata un fulgido rubino, in grado di cesellarsi da sé, seguendo la propria incalzante curiosità.

Milva si affacciò al mondo della canzone abbracciando gli stilemi del "bel canto". Eppure, nel fondo del suo strumento vocale, vibrano ruggiti destinati a cambiare la storia della musica italiana. Lo spirito del Varietà di quegli anni, soleva costruire zoo di cantanti per solleticare l'immaginario del popolo televisivo e del giornalismo. Milva venne battezzata "Pantera", per fomentare una immaginaria rivalità tra lei e Mina, la "Tigre". Poco importa. Quel soprannome, datole più o meno fortuitamente, rivelò, con gli anni, la sua verità.

Annoiata dalla canzone "leggera", sul finire degli anni '60, Milva confessò al suo pigmalione, Maurizio Corgnati, di voler attuare un cambiamento radicale nel suo percorso, o di volersi fermare. In quegli stessi anni, Strehler desiderava portare nei teatri degli spettacoli che percepiva, lui stesso, come "difficili". Fu parlandone con Nanni Ricordi che gli venne suggerita la figura di Milva:

"Mi pare che abbia il carattere e la capacità di portare al pubblico queste cose".

Nacque così "Milva canta Brecht". Da questo momento, Milva, si trasformò, non solo artisticamente, ma anche fisicamente. É come se la volontà di accogliere un nuovo tipo di Arte, avesse portato nella cantante una trasformazione ontologica. Come se questo suo avvicinarsi ad un diverso volto della cultura, avesse sortito in lei degli effetti psicosomatici. Il nuovo repertorio, liberò le energie che ribollivano in lei e la Pantera, poté mostrare tutta la sua maestosa bravura.

Dopo Brecht, seguirono Berio, Battiato, Piazzolla, Mikroutsikos, Merini e tanti altri ancora, facendo di Milva uno strumento capace di mischiare piano alto e popolare, rendendosi baluardo contro l'oscurantismo culturale.

"Dopo la morte di Milva, rimasi scossa dallo scarso riconoscimento tributatole e decisi che avrei dovuto portare le sue canzoni in giro, per mantenerne vivo il ricordo". Confessa, ancora una volta, Giovanna.

É con forte accoramento, quindi, che Giovanna, ha preso in carico l'importante repertorio di Milva. Durante il suo omaggio, canta "Quattro vestiti", "Tango italiano", ma anche "Die moritat von Mackie Messer", "Le Rose Rosse", "Alexanderplatz". E lo fa con un importante valore aggiunto: una indescrivibile umanità. "Giovanna - Omaggio a Milva", infatti, non è solo uno spettacolo di canzoni. Tra un brano e l'altro, Giovanna legge poesie scritte di suo pugno. Sono testi ispirati alla figura di Milva, ma anche alla condizione esistenziale; parlano di solitudine e di deferenza. Parlano di Amore.

Personalmente, ho avuto l'opportunità di assistere a due date dello spettacolo. Vorrei darvi appuntamento, dunque, il 29 gennaio, al San Babila di Milano. Sarà una occasione per riscoprire Milva e per percepire sulla vostra pelle la dolcezza che trapela dai sorrisi di Giovanna.


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