Ciao Nì

...Ancora una volta bussai alla tua porta e non lo feci per me.

-Nina devo parlarti-

-So già cosa vuoi dirmi è inutile-

-Nina usciamo che devo parlarti-

-Va bene, ma solo perché sei tu-

Fuori sotto al portico c'era il solito gruppetto di amici che si caricava l'ennesimo cyloom, uno gridò:

-Lasciala perdere lo sai che ti fai del male-

Lei stava per per alzare il medio le presi la mano e la guardai negli occhi, la portai via stringendola a me.

In auto io guidavo in silenzio lei restava rannicchiata sul sedile del passeggero,

dopo un paio di ore mi disse:

-Dovevi parlarmi-

-Si ma adesso sto guidando, dove vuoi andare?-

-Se andassimo alla rocca a vedere l'alba?-

-Fa un freddo cane stanotte, non mi sembra il caso-

-Hai sempre la coperta in auto no?-

-Si, credo di si...penso abbia ancora il profumo di te...-

-Figurati dopo tutti questi anni, chissà quante volte l'hai usata ancora-

-Devo dirti una bugia?-

Alla rocca c'era un freddo pazzesco, ci mettemmo nei sedili posteriori sotto la coperta abbracciandoci per scaldarci e intanto cominciammo a piangere.

Lentamente sorse il sole e ancora non avevamo parlato ma cosa c'era da dirsi?

-Nì non andare-

-Lo amo-

-Nì ha l'AIDS rischi di morire-

-Lo amo non posso vivere senza di lui...Promettimi che non mi cercherai mai più-

Accesi l'auto e ritornammo verso casa, io con gli occhi pieni di lacrime e lei sempre con lo sguardo oltre al finestrino. Arrivati sotto casa sua non feci neanche in tempo a fermarmi che lei s'era già catapultata fuori, io restai a guardarla ma lei non si voltò nemmeno per un saluto. Era la prima volta che se ne andava senza darmi un bacio. Mi avviai verso casa, sotto al portico c'erano le birre lasciate dai soliti tossici e al primo cassonetto buttai la coperta. Non so per quanto tempo non uscìi da casa se non per andare a lavorare, nello stereo tre dischi di Faust'o andavano a rotazione continua.

Trentanni dopo ci siamo rincontrati abbracciati, baciati, coccolati, passeggiando mano nella mano come fidanzatini, ci siamo raccontati le nostre vite, le nostre miserie, i figli, le gioie e i dolori...

Lei, al solito, è sempre incasinata io, al solito, mi offro come spalla su cui piangere anche se non ho più la forza di tanti anni fa.


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