Sputinamento

Si dice che quando si tocca il fondo non resta che risalire, il problema é che il fondo é “più fondo del fondo, degli occhi, della notte e del pianto" e raschiando raschiando il fango non finisce mai. Eppure ci sembra una cosa acettabile; le acque mai ci furono cristalline di aver oggi nostalgia della trasparenza. La torbiditá é un fenomeno dove parte della realtá ci viene negata, l'unica cosa da fare é chiudere gli occhi e cercare quella risposta che é dentro di noi, per quanto consapevoli che é quella sbagliata, e che errare é disumano solo quando si persevera nell'errore.

Senza nessuna veritá non ci resta che far pulizia di menzogne e falsitá, fare spazio per aggregare tutte le cose non dette e mai pensate. Mettersi nella testa dell'altro, individuare le ragioni che portano a credere al contrario di noi stessi. Rinnegare per un breve spazio di tempo certi nostri “valori”, individuarne l´inversione e desinvertire.

La nostra fisicitá, il nostro vivere e sentire quotidiano sembrano appartenere a un mondo troppo distante da tutto quello che non viviamo direttamente. La mappa che ci forniscono attraverso i mezzi d'informazione non ci mostra il vero territorio ma una proiezione del medesimo che ci inganna dicendoci che quella é la vera realtá.

E chi se non il giornalismo e il mondo dello spettacolo la disegna senza mai fermarsi, creando e modificando ció che giá tracciato da altri?

Ammettere di essere manipolati é difficile, ferisce il nostro ego. Appare una vigliaccheria reprimere i dubbi, ed ingannarsi adagiandosi nel conforto di punti di vista ordinari.

Credere di assemblare una buona mappa coi ritagli di giornale é una rassicurante illusione, dopo decenni di mi(s)tificazione dei regimi democratici e delle sue libertá pagate a prezzo di contratto sociale. Con la convinzione di essere liberi nel pensiero e nell´azione non potrebbe mai sfiorarci l'idea di essere anche noi inconsciamente vittima della scuola di Goebbels e Bernays.

Eccosí potremmo anche credere che il Cremlino stia sostenendo una rete di putiniani nostrani che pericolosamente mettono in discussione la veritá. Veritá hollywoodiana fatta di buoni e cattivi, dove ovviamente noi siamo i buoni, proferita fino all'estremizzazione dello scontro duale “o com me o contro di me”, nella cornice di una inaccettabile ma inesorabile decadenza civilizzatoria. L'occidente buono, portatore di democrazia sempre in crociata contro i malvagi illiberali, usando sempre gli stessi subdoli metodi di “open society” delle migliori democrazie neoliberali, dove il privato regna sopra il pubblico e al tempo stesso, paradossalmente, la scelta individuale diventa succube all'imposizione collettiva.

Credo che i tempi siano degni di uno sguardo profondo e di un presa di coscienza, menzogne e propaganda come quella espressa nel Corriere della Sera in questo editoriale, e giornalismo da strapazzo come l´intervista di Massimo Giletti a Maria Zakharova ci devono smuovere verso altri lidi di informazione.

Disinformarsi, questo é il nuovo cammino, la disinformazione deve essere interpretata e usata come negazione di certe veritá ufficiali, l'alter ego della mistificazione, contrappeso per bilanciare questo mondo unipolare. L´informazione indipendente con questa guerra ha dimostrato un livello di correttezza di analisi dei fatti ammettendo un certo sbilanciamento verso un sentimento filorusso come compensazione di una narrativa tutta costruita in favore della Nato. Costruita si; i veri fabbricanti di fake news sono quelli che accusano gli altri di diffonderle, al comparare oggi le notizie e le analisi di gente indipendente si percepisce che é un mondo estremamente piú ricco di qualche testata giornalistica o televisione, in questo senso nutro pochi dubbi.


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