Pillola rossa o pillola blu?

Thomas è una persona comune, uno come molti, lavora col computer, magari scrive su un sito di recensioni musicali come passatempo.

Però non è proprio come tutti gli altri, è inquieto, non riesce ad essere allineato al comune modo di vivere, sfoga questa sua irrequiezza facendo l'hacker, violando le regole, mettendosi al di sopra di esse. Come altri prima di lui è in un momento particolare, un momento in cui, citando parole di personalità molto più sagge di me: “essi sentono vacillare tutte le loro certezze, venir meno tutte le loro luci, tacere le voci delle passioni e degli affetti e di quanto altro animava e muoveva la loro esistenza. Ricondotto al proprio centro, l'individuo avverte allora a nudo il problema di ogni problema: Che sono io? Sorge allora, quasi sempre, anche il senso che tutto ciò che si fa non solo nella vita ordinaria, ma altresì nel campo della cultura, in fondo serve solo per distrarsi, per crearsi la parvenza di uno scopo, per aver qualcosa che permetta di non pensare profondamente, per velare a sé stessi l'oscurità centrale e per sottrarsi all'angoscia esistenziale. In alcuni casi una crisi del genere può avere esito catastrofico. In altri si reagisce. […] Qualcosa di nuovo e di irrevocabile si è determinato nella loro vita. Il circolo chiusosi intorno a loro, intendono spezzarlo. Essi si staccano dalle fedi, si staccano dalle speranze. Vogliono dissipare la nebbia, aprirsi una via. Conoscenza di sé e, in sé, dell'Essere – ciò essi cercano. E un tornare indietro per essi non c'è.” (1)

E così Thomas incontra Morpheus, non capisce più se sogna o se è sveglio, ma Morpheus ha delle risposte, risposte che potrebbero essere come acqua nel deserto, prima però Thomas deve scegliere se andare avanti o tornare indietro alla sua vita precedente, deve scegliere quale pillola ingoiare: rossa per oltrepassare la soglia, blu per non farlo. Thomas prende la rossa e la sua iniziazione è compiuta; Thomas muore, nasce Neo.

E' solo allora che Neo vede per davvero: la realtà non è quella a cui era abituato, gli esseri umani sono intrappolati da entità malvagie, delle macchine, che rubano loro l'energia vitale, si nutrono di loro, li allevano come bestiame da macello; per far tutto ciò hanno imprigionato la coscienza degli uomini dentro una realtà fittizia, un riflesso del mondo vero, che però gli uomini dai sensi catturati scambiano per la realtà e non immaginano minimamente quale sia la terribile verità.

Un potente architetto è il demiurgo di questo mondo, si sa che un demiurgo non è un vero dio, può solo modellare le sue creature e i suoi mondi, ma non può infondere in loro la scintilla divina. Può essere benevolo il demiurgo, come Geppetto, che costruisce con amore il suo burattino, non è lui però ad animarlo, lo assembla e basta e lo aiuta, per quanto può, a diventare un bambino vero. Il demiurgo della matrix invece è malevolo, imprigiona l'uomo, perché sa che se mangiasse il frutto dell'Albero della Vita non potrebbe più soggiogarlo.

Una schiera di macchine e algoritmi, fredde intelligenze artificiali, tengono gli uomini nel recinto dell'allevamento intensivo, creano idee, bisogni, dogmi per soggiogare l'umanità. Chi riesce a liberarsi dovrà lottare contro i suoi stessi simili per cercare di far aprir loro gli occhi, per donar loro la gnosi.

Non tutti i liberati inoltre sono come Neo, egli è il prescelto, il protagonista del film, un superdotato che è riuscito a sapere come aggirare le regole della matrix, volando e facendosi beffe della gravità, ma tutti gli altri lottano comunque per salvare i propri simili, pur sapendo che c'è chi non vuole essere svegliato, c'è a chi la matrix piace, perché deve solamente ubbidire senza prendersi rischi o senza assumersi responsabilità, è molto più facile stare in fila nella mangiatoia della stalla che pensare con la propria testa, purtroppo però le entità “macchine” non fanno beneficienza.

Tocca quindi a questi coraggiosi gettare le perle qua e là, se cadranno vicino ai porci, questi non capiranno e continueranno a grugnire, ma se cadranno vicino a qualcuno che aspetta solo un segno, allora la fiamma continuerà a risplendere anche nell'ora più buia.

(1) Gruppo di Ur – Introduzione alla Magia – Volume primo – Edizioni Mediterranee – p. 7-8


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