Venticinque Luglio.
Venticinque luglio, che caldo, eh?
La Storia, eh?
C'era una volta, in un venticinque luglio di tanti, non troppi, anni fa, un imbelle, delinquente ed incapace, di mestiere re, che fece arrestare un pluriassassino con velleità da statista, amico ed alleato di un multikiller già suo allievo, che aveva di molto e da molto superato il maestro. L'imbelle in questione, di mestiere re, che in vent'anni mai aveva contrastato, anzi, aveva spianato la strada agli sporchi misfatti dello "statista", lo sostituì con un vecchio ottuso a fine servizio, facendo compiere alla nazione ingannata, stracciata, squassata e bombardata un'elegante inversione ad U, compromettendone per sempre la credibilità internazionale dopo averne minato irrimediabilmente l' unità interna ma schierandola, oplà, quasi fuori tempo massimo, coi vincitori della più sanguinosa guerra fino ad allora mai combattuta ed aprendola a nuove invasioni d'ogni genere, non solo belliche, da molti lati e da diverse provenienze, una dopo l'altra, nel disperato tentativo di ripulire un Paese dalle porcherie compiute in due continenti.
L'allievo teutone corse in aiuto del suo ex maestro, liberandolo dalla comoda prigione montana in cui il vecchio imbelle delinquente di mestiere re l'aveva confinato, anziché farlo passare, più degnamente, per le armi.
Si aprì così una breve, nuova stagione di indegnità pressoché inedite, con nel mezzo poche migliaia di uomini verticali, ancora disposti ad immolarsi per una patria che li aveva prima perculati fin dall' infanzia e poi dispersi su almeno sei fronti di guerra, per poi, in tempi di pace, vedersi accusare d'ogni nefandezza dai nipotini di chi, le nefandezze, le aveva davvero compiute in nome e per mano del sopra descritto sedicente statista e del suo teutone ex allievo.
A due anni scarsi dalla notte del suo arresto il pluriassassino, dopo aver ripreso il potere da servo del teutone, ebbe modo di vedere il mondo rovesciato, appeso per i piedi, insieme ad una piccola schiera di suoi accoliti, pago di aver cosparso di trecentoventimila cadaveri di suoi compaesani l'Unione Sovietica, la Jugoslavia, l'Albania, la Francia, il Nordafrica e l'Africa Orientale, la Grecia ed il mar Mediterraneo e di aver cacciato sottoterra anzitempo poco meno di trentamila civili, periti sotto le bombe in arrivo dal cielo patrio di cui il nemico, eh, era padrone assoluto.
La Storia, eh?