La verità è che della musica non sapete niente... e non c'è niente di male ad ammetterlo! - [La smerdata definitiva]

[Premessa: questo articolo non fa riferimento agli utenti di DeBaser, tutti più o meno colti e con una più o meno seria cultura musicale]

Da quando ho cominciato a navigare nel mare della musica non ho potuto fare a meno di notare quanto la musica commerciale ascoltata da gran parte della popolazione sia tremendamente vuota: è priva di arrangiamenti di spessore, non c’è una prestazione strumentale di rilievo, non ci sono idee, non ci sono passaggi degni di nota, non ci sono melodie ben studiate e costruite, non c’è una sperimentazione; ci sono solo una manciata di suoni poco udibili, un ritmo da ballare e qualche parola d’amore. Quando ho cominciato ad esporre le mie critiche ed opinioni sul mondo musicale moderno e a far notare agli interlocutori la piattezza di quel panorama pop non ho potuto non notare l’approccio ignorante, superficiale, poco costruttivo, addirittura infantile con cui la gente rispondeva alle mie osservazioni. Inoltre non mi sono affatto sfuggiti gli appellativi con cui critici, recensori ed opinionisti vengono continuamente apostrofati: “invidiosi” (di cosa poi???), “irrispettosi”, “moralisti”, “criticoni”! Quello che mi accingo a fare è elencare ed analizzare alcune delle risposte più comuni ricevute…

- “Eh ma ognuno ha i suoi gusti”. Ma grazie al cazzo, che risposta scontata, come se non lo sapessimo che ognuno ha i suoi gusti… Non hanno capito che la valutazione di un’opera non è un fatto di gusto personale ma è una vera e propria analisi delle sue molteplici sfaccettature e di tutta una serie di svariati fattori circostanti, e che quest’analisi dovrebbe essere, per quanto possibile, imparziale. Ecco, è proprio il valore dell’imparzialità, del senso critico, dello spirito analitico, quello che non è stato loro insegnato fin dalla tenera età, loro non sanno fare una valutazione ragionata che esuli dal loro gusto personale, che sia libera da un certo edonismo di fondo, per loro il gusto personale è l’unico parametro di valutazione, per loro “mi piace” = “è un capolavoro”.

- “Eh ma ha/hanno venduto milioni di dischi”. Per loro il successo è un insindacabile indice di merito artistico. Quando fai successo per la gente vuol dire che automaticamente sei bravo, sei un artista, sei autore di capolavori inestimabili. Fatemi capire bene… quindi se io metto il microfono al water mentre cago e registro i rumori, vendo il disco e faccio successo allora vuol dire che automaticamente ho fatto un capolavoro?! Se tutti si buttano dalla finestra allora vuol dire che è una cosa giusta? Beh allora io seguendo la stessa logica potrei dire che Hitler era un grande uomo perché aveva migliaia e migliaia di seguaci, o che fumare è una cosa giusta perché lo fanno milioni di persone (sono esempi volutamente estremi ma che rendono l’idea)… Dai, ma non potete pensarlo veramente! Se aveste un minimo di testa capireste un semplice concetto, che vi spiego io: quegli artisti mediocri che tanto vi piacciono fanno successo non perché sono i più bravi sulla terra ma semplicemente perché la gente non conosce altro e non si sforza di conoscere altro, la macchina mediatica propina quello e tutti ascoltano solo quello, che inevitabilmente fa successo.

- “Eh ma sono un gruppo pop, non si può pretendere chissacché” (frase pronunciata più che altro da persone un po’ meno ignoranti, che in qualche modo riconoscono l’esistenza di una musica sostanzialmente migliore)… Ah quindi essere pop diventa una giustificazione per fare delle cagate immonde? No, carissimi, NO, il pop, anche se ambisce a piazzamenti piuttosto alti, è comunque un genere musicale e come tale dovrebbe essere assolutamente curato e ben dettagliato negli arrangiamenti. Pop in passato sono stati i Tears For Fears, i Toto, i Supertramp, i Depeche Mode, i Talk Talk, ma avevano (alcuni tuttora hanno) arrangiamenti ben notabili, di altissimo livello, ben in evidenza, protagonisti, a volte perfino complessi, rimaneva sempre e comunque musica, non rutti e scorregge.

- “Eh ma dai, evolviti un po’”… Fermi tutti… IO devo evolvermi??? Sì, mi sono sentito dire anche questo!!! Qua siamo davvero all’apice, alle comiche, persone che non sono mai andate oltre le canzonette chiedono a gente che ogni giorno si sforza per scoprire nuova musica di evolversi, il bue che dice cornuto all’asino! Cari miei, noi siamo evoluti e siamo in evoluzione continua, voi invece siete rimasti fermi lì e da lì non vi schiodate mai; e in ogni caso evolversi non vuol dire aprirsi alle peggio porcherie, anzi, essere evoluti vuol dire anche saper riconoscere il cattivo gusto e fare il passo indietro quando il passo avanti porta al burrone!

- Arriviamo così al trattamento più stupido, infantile ed ignorante riservato a chi parla e chi fa della critica musicale: “rispetta i gusti altrui” oppure “non devi permetterti di criticare le scelte degli altri”. Fatemi capire bene… fare delle analisi sulla musica ed arrivare a decretare che si tratta di prodotti scadenti vuol dire mancare di rispetto? Esprimere un parere negativo è mancanza di rispetto? Vi siete forse dimenticati che siamo in democrazia e che democrazia vuol dire essere liberi anche di dire cose spiacevoli? Sembra che la gente si senta quasi minacciata dalle opinioni dei critici! Cosa cambia a voi se noi ci esprimiamo negativamente? Chi vi impedirà di ascoltarvi la vostra musica di merda? Ma poi di cosa avete paura? Che veniamo lì a casa vostra per bastonarvi perché avete dei gusti discutibili? O semplicemente che magari possiamo avere ragione e che le vostre certezze possano crollare? Il vostro è un atteggiamento che denota presunzione e prepotenza! Dimostrate di non sapervi confrontare con gli altri, specialmente con chi è più esperto e ferrato di voi, la persona più esperta vi incute timore perché avete paura che possa smascherare la vostra ignoranza; non sapete mettervi in discussione, non siete in grado di interpellare la vostra coscienza, non volete proprio crescere e maturare come persone; perché altrimenti vi porreste delle domande, fareste dell’autocritica, magari ascoltereste anche qualche nostro “consiglio per gli acquisti” e vi si potrebbe aprire un mondo a voi sconosciuto, magari migliore e più bello di quello che conoscete, e un giorno potreste anche ringraziarci per la scoperta. Invece no, volete rimanere lì nel vostro porto sicuro e guai a chi prova a farvi uscire. Inoltre, con il vostro voler sopprimere l’opinione altrui, denotate una mentalità fascista e retrograda (secondo me ancora inconsciamente radicata nella popolazione italiana media), ma paradossalmente agli occhi vostri i dittatori che vorrebbero imporre la mentalità agli altri siamo noi, anche qui è il bue che dice cornuto all’asino.

Alla luce di tutto ciò vorrei mettere le cose in chiaro. Non critici ed opinionisti non siamo né moralisti, né invidiosi, né irrispettosi! Semplicemente facciamo le nostre osservazioni e lo facciamo in maniera obiettiva e imparziale, valutando ciò che ascoltiamo con un approccio analitico, cerchiamo di individuare pregi e difetti di ciò che ascoltiamo; anzi, vi diciamo di più, a volte siamo pungenti anche verso i nostri stessi artisti preferiti, a volte addirittura troviamo il pelo nell’uovo anche in cose che ci piacciono, perché sappiamo scindere il gusto personale dalla valutazione oggettiva. A me ad esempio ogni tanto piace ascoltare gli Imagine Dragons ma non mi sogno mai di considerare i loro dischi dei capolavori, anzi vi individuo un sacco di difetti, perché analizzandoli se ne individuano parecchi, sono un fan dei Nickelback ma riconosco che hanno evidenti limiti sotto molti aspetti. Aggiungo che se vuoi portarmi al cinema senza farmi addormentare mi devi portare a vedere qualche commediola italiana di quelle da ridere… ma non mi sognerei mai di definire questi filmetti capolavori del cinema, né di considerarmi un amante del cinema, sarei ingiusto e perfino disonesto. Voi invece no, non siete capaci di condurre un’analisi impersonale, perché non siete stati educati a farlo, vi hanno inculcato che è solo ed esclusivamente un fatto di gusto personale e chi si è visto s’è visto. Poi per carità, nessuno ci garantisce che le nostre analisi siano tassativamente giuste ed insindacabili, sono soggettive anch’esse (altrimenti la critica musicale non avrebbe ragion d’esistere), però sono fatte con la testa… e secondo me comunque l’opinione personale alla fine sbatte contro un muro chiamato “evidenza”, quella a cui è praticamente impossibile arrendersi; possiamo discutere su chi sia più grande fra Yes e Genesis, come fai invece a non ammettere la superiorità dei King Crimson rispetto ad esempio ai Green Day, o dei dipinti sofisticati di Caravaggio rispetto ai tagli sulle tele di Lucio Fontana, o di Messi rispetto a Borriello?!

Ma soprattutto… Noi la musica l’abbiamo esplorata in diverse sfaccettature, siamo andati a spulciare nei dischi di nostro padre oppure semplicemente non ci siamo accontentati di ciò che il sistema ci propinava e siamo andati in profondità documentandoci sui vari siti e sfruttando le potenzialità offerte prima dal peer-to-peer e poi dai servizi di streaming. Abbiamo ascoltato diversi suoni, diverse forme di espressione, diversi generi, ed esplorando qua e là ci siamo resi conto di quante cose imponenti, grandiose, sofisticate ci siano nell’immenso panorama musicale, ma anche quanto vuota, piatta e povera sia la musica commerciale. Parliamo con cognizione di causa, con le orecchie di chi ha ascoltato, di chi conosce. E voi invece? Che ne sapete della musica? Che titolo avete per parlarne? Voi vi siete limitati ad ascoltare le quattro canzoncine offerte dalla stazione radio di turno e avete conosciuto solo il lato più superficiale e inconsistente della musica, siete stati abituati ad un beat che pompa nello stereo o ad un banale testo d’amore; non siete cresciuti con vostro padre che vi guidava ad ascoltare con attenzione l’intro di pianoforte di “Firth of Fifth” o l’assolo di turno di David Gilmour o di Keith Emerson, siete cresciuti con vostra madre che guardava “Non è la Rai” e vi faceva ballare e battere le manine sul beat della hit da discoteca del momento, o che ascoltava i versi amorosi di Laura Pausini mentre faceva i mestieri, che visione della musica potrete mai aver coltivato? Chiaramente una visione estremamente limitata, per voi la musica è quello e soltanto quello, canticchiare, ballare, pomiciare, basta. Quando qualcuno vi chiede che musica ascoltate rispondete “un po’ di tutto” dando prova pratica della vostra ignoranza, con quel tutto sappiamo benissimo che intendete solo la musica pop perché sotto sotto siete quasi convinti che non esista altra musica. Solo all’occorrenza fate finta di avere un’anima rock solo perché ascoltate Vasco Rossi o Ligabue, o peggio vi fingete amanti della lirica e dell’opera solo perché ascoltate Il Volo o Andrea Bocelli, poi quando arriva il vero rock o la vera musica classica fate una faccia stranissima. Quelli sono gli unici generi meno commerciali che forse conoscete, quando qualcuno vi dice che ascolta musica “non commerciale” la vostra mente va subito al rock o al metal; per voi non esistono progressive, ambient, trip-hop, psichedelia, post-rock, blues, country, jazz, folk, ska, industrial e chi più ne ha più ne metta. Per voi la musica non è una chitarra che costruisce un blues, una fuga al pianoforte, un bell’assolo di sintetizzatore, non è sperimentazione, non è ricerca e studio di linguaggi alternativi, non è costruire qualcosa di interessante o artistico che catturi l’attenzione, che susciti curiosità, non è un utilizzo intelligente della strumentazione; anzi, siete abituati a così tanta pochezza che quando sentite qualcosa che va appena fuori dagli schemi radiofonici a cui siete abituati, qualcosa di appena un po’ più “suonato” e “musicale”, a voi sembra roba totalmente aliena, per voi persino la chitarra di Mark Knopfler o un tappeto di organo Hammond sembrano qualcosa di stranissimo; e chi ascolta quel qualcosa di strano per voi non è semplicemente “uno che ha una cultura musicale”, per voi è un pazzo o un “alternativo del cazzo”, magari pure “uno che si droga”, per voi persino i metallari sono solo una banda di drogati; e quando qualcuno vi fa notare che non capite nulla di musica voi che fate… lo attaccate, lo zittite, gli implorate di rispettare i gusti altrui, semplicemente non volete ammettere che è più ferrato di voi sull’argomento, vi dà quasi fastidio che venga fuori la vostra poca conoscenza in materia.

Quello che voglio dirvi è… beh, innanzitutto che ci dispiace che non vi interessiate a scoprire la musica nelle sue diverse forme, che vi accontentiate di così poco nonostante il ricco arsenale da cui poter attingere; ma soprattutto vi diciamo che non c’è niente di male ad ammettere che non sapete nulla di musica, ad ammettere la vostra ignoranza circa un qualsiasi argomento, riconoscere le proprie lacune è da sempre un grande atto di onestà, se anziché attaccarci perché vi bacchettiamo vi limitaste a dire “mmmh, guarda, non sono un grande appassionato di musica, ascolto un po’ quello che passa il convento” fareste senz’altro più bella figura, risultereste autocritici, onesti, maturi, vi rispetteremmo sicuramente di più, così facendo invece risultate presuntuosi, arroganti, lasciatemelo dire, persino comici, per non dire ridicoli. Davvero, per la vostra onestà intellettuale, magari sforzatevi di ascoltare nuova musica e nuovi suoni, ma se non volete farlo almeno astenetevi dal parlare di musica!


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