Ivette
Delle volte ci rifugiavamo in cantina; un walkman due cuffie e stavamo la ad ascoltare la musica.
Eravamo gli unici che ascoltavano de André.
Eri uno scricciolo, ti chiamerò Ivette come nella canzone di Ivan “quella senza tette”...
Ogni tanto sparivi magari per un giorno o due, tre, una settimana, poi tornivi sempre e finivamo in cantina ad ascoltarci Giugno 73.
Poi un pomeriggio al Casbah ci prendemmo anche noi i famosi peli d'elefante con la promessa che mai l'avremmo dati ad un passante.
Ogni tanto ti allungavo un po' di soldi sapevo che cosa ne facevi ma preferivo darteli io, tanto li avresti trovati comunque...
Poi:
"Davidino me ne vado a Roma"
“Non andare lo sai che finisci nei night”
“Sai quanti ne ne ho sbocchinato in cantina per 5000lire”?
Passarono i giorni, le settimane, i mesi, gli anni, poi una sera mi chiami:
“Davidino vado da mia mamma fra due settimane ti va di vederci”?
“Hai ancora i peli d'elefante o li hai dati a un passante”?
“Davidino non ho tempo per le cazzate, chiamami fra quindici giorni”.
Al telefono mi risponde il fratello, ubriaco come sempre, ride:
“Ciao, mi passi Ivette”?
“ È morta”!
“Come”?
“Morta l'ho capisci? MORTA”!!
Riggancio guardo fuori dalla finestra i fumi delle acciaierie.
Fanculo.
Giugno 1965/ Giugno 1986
(nella foto Ivan del Casbah, morto Marzo 2020 e alcuni frequentatori)
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