Statista o Socialina?

Alla fine di un anno difficile, dopo aspri confronti all’interno dei partiti, erano state scelte come candidate la signora Statista e la signora Socialina. La prima, inizialmente non favorevole all’idea di candidarsi, nei suoi discorsi teneva conto soprattutto del bene comune e della cura delle istituzioni, si preoccupava di studiare le leggi per comprenderle e, nemica dell’interesse individuale, si preoccupava di cercare risposte per l’interesse collettivo. Per questo motivo un piccolo gruppo di suoi estimatori convinse il partito a proporle una candidatura e lei ad accettarla. La seconda, invece, mossa da forte ambizione personale, si era fatta strada prima sui social, dai quali non usciva mai e nei quali era popolarissima, poi nelle piazze, dove faceva sue tutte le richieste dei cittadini, le più disparate, anche quelle tra loro contrastanti, senza neppure rendersene conto.

La signora Statista era colta e indipendente, ma non era molto amata: estranea ai pettegolezzi e onesta verso i questuanti, ben presto venne considerata spocchiosa e arrogante; in poco tempo, invece i seguaci di Socialina aumentarono: le promesse durante gli incontri con gli elettori si sprecavano e questo piaceva; inoltre, era sempre disponibile per fare delle foto, alimentare pettegolezzi, promettere mari e monti a qualsiasi persona le si avvicinasse. Pur sapendo di non poter accontentare tutti, aveva la capacità di far credere che si sarebbe battuta con tutta sé stessa per farlo.

Arrivò il giorno delle elezioni. Era una domenica soleggiata di Aprile, quella nella quale i cittadini della città di Atomopoli si accingevano a recarsi nella scuola più vicina per eleggere un parlamentare che li rappresentasse.

Il risultato fu plebiscitario. Socialina divenne parlamentare.

Ora che è parlamantare, ci si attenderebbe che Socialina si impegni con tutta sé stessa per studiare le istituzioni e poter scrivere delle leggi per mantenere le sue promesse. Tuttavia, saputi i risultati, Socialina deve occupare il tempo a ringraziare i suoi elettori. E deve impegnare qualche secondo con ciascuno di loro, anche solo per fare delle foto da pubblicare.

L’ora per lo studio arriverà domani; ma l’indomani mattina ci sarà una fila alla sua porta di persone che avranno bisogno di parlarle: qualcuno avrà bisogno di un aiuto per un figlio, un’altra avrà il marito da impiegare, altri una pratica da sbrigare. Così passeranno giorni, le settimane e i mesi…

Fino a quando un giorno cadrà il tetto di una scuola, e qualcuno penserà che se solo avesse eletto Statista, forse non sarebbe successo…

Ma le settimane dopo ci saranno un figlio da aiutare e una pratica da sbrigare…

Un giorno verrà chiuso un ospedale, e qualcuno penserà che se solo avesse eletto Statista, forse non sarebbe successo…

Ma i mesi dopo ci saranno un figlio da aiutare e una pratica da sbrigare e Socialina può aiutare…

Un giorno prende fuoco una centrale, e qualcuno penserà che se solo avesse eletto Statista, forse non sarebbe successo…

Ma gli anni dopo ci saranno un figlio da aiutare e una pratica da sbrigare e per questo Socialina si sceglierà di rivotare.

E il benessere collettivo dovrà aspettare.


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