Vieni, c'è una strada nel bosco, Il suo nome conosco, Vuoi conoscerlo tu?

Lungi dal voler scandagliare tutte le implicazioni che la vicenda passata alle cronache come “la famiglia nel bosco” comporta (autonomia familiare e diritti dei minori; libertà e responsabilità; ruoli istituzionali; ecc.), vorrei porre l’attenzione sulle (re)azioni di coloro che, mostrando un alto spirito di altruismo, hanno concretamente fornito aiuto alla famiglia Trevallion/Birmingham. Come il proprietario della casa, normalmente in affitto su Airbnb e offerta in comodato per due mesi, o Al Bano, che rilancia sull'offerta della casa gratis e propone anche un lavoro al padre.

Ciò che trovo “disturbante” è che la “società” si sia mobilitata per andare incontro alle esigenze di chi ha rifiutato la “società” e le sue regole, offrendo casa e lavoro, che rappresentano rispettivamente sicurezza, identità e realizzazione personale (la casa come rifugio psicologico e fisico) e dignità, partecipazione sociale e progresso (il lavoro come dovere e mezzo di crescita, un modo per contribuire al progresso materiale e spirituale della società, come stabilito dalla Costituzione); in poche parole due delle colonne su cui è stato costruito quel microcosmo noto come famiglia che, in unione con le altre, costituisce la base della “società”, così come è stata edificata nel corso dei secoli e condivisa dai membri che, attivamente o passivamente, ne condividono i valori.

Pur riconoscendo che le differenze culturali e di approccio educativo richiedono ascolto e non solo giudizio, non comprendo - nel senso peculiare derivante dall’origine latina del verbo (da cum “con”, e prehendere “prendere”) – chi agisce in tal senso. Così agendo, infatti, si ignorano le difficoltà, se non addirittura l’impossibilità, di conciliare i valori di alcune culture educative alternative con le regole e le aspettative di una società in cui casa e lavoro sono valori intrinsecamente legati, che definiscono la qualità della vita individuale e la salute della società, rappresentando le fondamenta della dignità umana e del benessere collettivo.

Non so come andrà a finire la vicenda ma, personalmente, provo ribrezzo sia per i signori Trevallion/Birmingham per aver accettato gli aiuti, rinnegando così la scelta di autonomia e indipendenza a suo tempo fatta, sia per i benefattori che, ai miei occhi, cercano più che altro visibilità, vuoi per destagionalizzare la casetta in affitto turistico, vuoi perché sei Al Bano (per quest’ultimo, come direbbe Peppino al buon Totò: “ho detto tutto”).

A completare il “quadretto italiota” il fatto che il Governo è pronto a varare la nuova procedura accelerata per gli sfratti, volta a ridurre i tempi per liberare gli immobili illecitamente detenuti. Attenzione, il provvedimento riguarda non solo le occupazioni abusive, quindi senza titolo, ma anche gli inquilini morosi. Quindi, se sei onesto ma non puoi pagare e verrai sfrattato in dieci giorni, ti consiglio di traslocare in una casa nel bosco!


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