Per sempre nel 1992 (e con un deca non si può andar via)
L'ultimo referendum ha visto la partecipazione al voto di circa il 30% degli aventi diritto, con una pletora di politici che invitavano ad andare al mare (ma dico io, non si può indire un referendum, che ne so, al 20 novembre?). Che dite, indignati? Illusi. La pratica di invitare la gente al mare è vecchia, risale agli anni '90, i derelitti anni '90, e fu coniata da Craxi detto Bettino, che appunto invitò gli italiani ad un pomeriggio di sole, mare e cocco fresco nel 1991 purchè non andassero a votare circa il ridimensionamento, vedi riduzione, delle preferenze per l'elezione alla Camera dei Deputati. Gli andò male.
L'esempio è lampante di come questo paese sia immarcescibilmente fermo, ma fermo proprio, fisso sugli anni '90, che furono a loro volta un prolungamento del decennio precedente, e che da lì mica ci muoviamo. Ok, adesso c'è internet, i social, siamo interconnessi, all'epoca potevi pure concederti il lusso di essere irreperibile per un pomeriggio intero senza che nessuno ti dicesse: "Dov'eri? Ti ho chiamato 5 minuti fa? E' un ora che ti scrivo". Insomma, più libertà. Poi alla sera tutti a vedere il Karaoke. Da irreperibili, ça va sans dire, che so di gente che dalle 20 alle 21 staccava pure il telefono di casa. Ma, tolto quello, cos'è cambiato da quel decennio? Nulla. All'epoca sbarcavano gli albanesi e la gente s'incazzava, oggi sbarcano altri popoli e la gente si straincazza ancora; all'epoca si parlava di riformare il mondo del lavoro e oggi si parla di riformare il mondo del lavoro (salvo che quando si puo' scegliere in tal senso votando la gente..., vabbè, avete capito); all'epoca si parlava di un nuovo miracolo economico ("L'Italia è il paese che amo") oggi si parla di un nuovo El Dorado economico, ma tanto, come trent'anni fa non se ne caverà nulla; è ritornato a vincere il campionato pure il Napoli, che non lo vinceva dagli anni '90, per dire.
Ecco, Max Pezzali. Lui sapeva tutto. E noi che pensavamo che fosse un coglione, invece no, ma tipo che Cacciari spostati proprio. Lui aveva capito tutto nel suo primo album, anno Domini 1992. Al di là del valore artistico che è quello che è, ma è un disco divertente alla fine, lui ci ha proprio spiattellato in faccia la realtà. Lo ha fatto "Con un deca", la canzone intendo. Oggi non c'è più il deca, ma il senso è con 20 euro non ci fai una mazza nemmeno oggi. Con 20 euro "non si puo' andar via, non ti basta nemmeno in pizzeria": giusto, prova oggi ad andare in pizzeria in due e spendere 20 euro, ti guardano schifati.
Il meglio lo dà quando racconta la vita di provincia. Che è sempre quella, quella degli anni '90: i ragazzi s'annoiano, sognano la metropoli e vorrebbero scappare chissà dove, ma hai sempre 'sto cacchio di deca come disponibilità e al massimo puoi solo sognare l'America. Forse oggi è un po' ammaccata, Trump non è simpatico, ma il Sogno Americano, in fondo, non è stato sostituito da quello europeo, cinese o giapponese, è sempre quello più ambito, proprio come negli anni '90 quando si sognava New York, Vogue, l'NBA e le Highway. "Due discoteche, centosei farmacie": ci siete mai stati, di recente, a Pavia? Ecco, ci sono ancora due discoteche e centosei farmacie. E anche il maschio tipico, quello del sabato sera, mica è diverso dal tamarro degli anni '90, oggi è un maranza 2.0 ma il concetto è quello, "guarda di là quei cani che ululano, per femmina che dice di no". Chi sogna, sogna ancora "la soluzione divi del rock", che l'estetica alla Bon Jovi ce la portiamo ancora appresso.
Max Pezzali ci ha raccontati, e ci racconta ancora oggi "Con un deca". Perchè questo è un paese immobile, che conserva ancora i ricordi e i reperti di un tempo passato eppure presentissimo. Roba che se Putin dopo l'Ucraina si "pappa" pure qualche altro paese ex-sovietico e rifà l'URSS, nelle scuole ritireranno fuori le cartine con l'URSS, che nel 1992 era già scomparsa ma a scuola, noi, le avevamo ancora. Non cambia niente, in Italì.