"Ed è per questo che la storia dà i brividi... perché nessuno la può fermare".

Sempre profetico, il vecchio De Gregori. Nessuno può fermare la forza dell'imponderabile, nessuno può far quadrare le forme sferiche dell'ormai leggendario e collaudato Culo di Prodi. Così chi predispone accuratamente diaboliche leggi elettorali-trappola deve tenere conto anche dell'eventualità che un'imboscata preparata per danneggiare i "coglioni" si possa trasformare in un grosso premio ai medesimi. E chi conta su un presunto patriottismo nostalgico degli "Italiani d'Argentina" deve potere almeno immaginare che potrebbe essere proprio il loro voto a fare da esile ma decisiva barriera contro il tentativo di trasformare questo sgangherato paese in un'altra Argentina. Del resto questi nostri connazionali, che Ivano Fossati (sì, proprio quello della "Canzone popolare") ci disegna magistralmente, con i loro "stipendi strani, che non tengono mai...", nonostante la "distanza atlantica, e la memoria cattiva e vicina" perché avrebbero dovuto volerci tanto male da aiutarci a sprofondare nel baratro che loro conoscono così bene?


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