Un'arida estate italiana

A distanza di giorni dai fatti riguardanti il chiaccheratissimo matrimonio di Jeff Bezos a Venezia mi sono deciso di scrivere brevi considerazioni su certi aspetti sconcertanti della vicenda.

Senza ricordare i momenti salienti dell'evento (parto dal presupposto che non sia necessario qui specificarli), certi aspetti vanno posti in risalto a dimostrazione dello stato di salute generale dell'Italia. Non metto in questione quanto può legare due persone (peraltro non proprio anonime) che si sposano. Magari se avessero optato per una cerimonia più sobria e minimale non avrebbero sfigurato , andando in controtendenza a certo gigantismo pacchiano oggi purtroppo prevalente, risparmiando alla città di Venezia tutta una serie di misure di sicurezza per garantire un'oasi di tranquillità per gli sposi e gli invitati.

Ma l'aspetto più discutibile, a mio avviso, è stata la decisione di Jeff Bezos (multimiliardario fondatore e presidente di un colosso come Amazon ) di devolvere a favore di Venezia la modica cifra di 3 milioni (euro o dollari non saprei con precisione). Mossa talmente generosa (!) da essere accolta con favore dal sindaco della città (non sto neppure a nominarlo) con la motivazione che in tal modo il buon nome di Venezia ne trarrà lustro e favorirà il flusso turistico da tutto il mondo.

Ora, dato per assodato che la città di cui sopra è già nota internazionalmente (e non occorre spiegare il motivo), saltano all'occhio alcune incongruenze:

1) un multimiliardario come Bezos che elargisce la cifra sopra citata è tutto fuorché munifico, è soltanto un taccagno che si limita ad offrire il caffè ai veneziani. Se proprio voleva sdebitarsi, in considerazione dei costi sostenuti dal comune di Venezia per l'aspetto securitario di un matrimonio e dei relativi festeggiamenti nell'arco di tre giorni, un contributo di un miliardo ( possibilmente in euro data la svalutazione del dollaro in questi ultimi mesi) sarebbe stato sinonimo di un reale finanziamento per Venezia ( e non mi si dica che per un multimiliardario terzo uomo ricco al mondo ciò sarebbe stato oneroso, visto il posizionamento di Amazon );

2) ma anche assunto che il bel gesto di cui sopra non fosse avvenuto, qui il punto dolente è costituito dalle autorità locali (senza parlare del fantomatico ministero governativo del Turismo, in capo ad un'ineffabile ministra impelagata in note grane giudiziarie e non proprio finora all'altezza del ruolo). Come possono sostenere che quei 3 milioni donati da Bezos possano contribuire alla buona causa di Venezia? Non sorge in loro il sospetto che si tratti di una cifra irrisoria e che, in casi come le nozze di Bezos, la cosiddetta tassa di soggiorno dovrebbe essere molto più salata? Forse ciò gioverebbe pure ai ricavi del settore turistico, a dimostrazione della nostra consapevolezza del valore dei nostri beni culturali.

Da quanto sopra ne discende che la tutela del patrimonio artistico, culturale e naturale dell'Italia, al netto di tante sparate retoriche, non è adeguata alle necessità e spesso è al di sotto del minimo sindacale per miopia di chi gestisce la res publica. E non serve certo tirare in ballo il fenomeno dell'overtourism che affligge tante città d'arte in Europa e in altre parti del mondo. In Italia non c'è una spiccata sensibilità sul problema (anche da parte di tanti connazionali) e si continua a sostenere che il turismo sarebbe il nostro petrolio, ignorando l'importanza di altri comparti produttivi.

Intanto, al netto di certi atteggiamenti nazionalistici prevalenti anche qui da noi, per i turisti in visita in Italia vale l'impressione di trovarsi in una nazione bizzarra, lassista, quasi un paese dei balocchi per ricchi e per turisti "mordi e fuggi" come poteva essere ai tempi del Grand Tour (si legga cosa scriveva Goethe verso la fine del '700). E non si dimentichi che quelli erano tempi di decadenza per la penisola italiana, non ancora pervenuta all'unità. Ora che siamo nel 2025 non c'è da consolarsi per tale affinità.


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