Alessandro Baricco

Attenzione, perché quello che state per leggere è un outing.

Ho meditato a lungo sul perché Alessandro Baricco mi stia sulle palle in modo tanto prepotente. Su quanto trovi intollerabile il luccicare degli occhi di mia moglie e delle mie amiche, al solo parlare di lui. Su quanto meticolosamente cerchi ogni piccola imperfezione nelle sue comparsate televisive, nelle sue esibizioni e nei suoi reading - e subito ho nelle orecchie il commento di lei: "E' arrivato l'uomo bello..."
Quanto ho gioito quando l'ho visto ingrassare leggermente, ed ingrigire con il passare degli anni. Con quale misto di stizza ed ammirazione ho consumato le pagine di "Castelli di Rabbia", "City", "Questa Storia". E con quale soddisfazione ho accolto l'uscita di quello stitico raccontino che risponde al titolo di "Seta" (una sventurata mossa editoriale, con ogni probabilità).
Che senso di trionfo, al vedere assieme alla donna della mia vita la mediocre pellicola tratta dal racconto stesso...

La risposta è una sola: invidia. Sono invidioso marcio, detesto tutto ciò che adoro di lui.

Quanto mi piacerebbe arrotolarmi le maniche della camicia con splendida nonchalanche, in un auditorium rovente, accarezzato dagli sguardi di decine di donne adoranti. Chissà se Baricco ha mai arrancato per le scale, portando le sporte della spesa, sotto gli occhi beffardi del vicinato. Sospetto di no.
Quanto mi piacerebbe essere quel maledetto, fantastico affabulatore. Catturare, magnetizzare orecchie sguardi e cuori con la forza delle mie storie, con la mia abilità nel raccontarle. Quanto mi piacerebbe andare in televisione con una maglietta lisa, gli stivali impolverati e i Levi's fetenti, ed essere così incontrovertibilmente, insopportabilmente FIGO. Se mi arrischio una volta a uscire conciato così, incontro prima mia madre, poi la mia maestra delle elementari e infine il mio datore di lavoro e tutti a pensare: "dove abbiamo sbagliato con lui?".
Quanto mi piacerebbe scrivere frasi come: "non sei veramente fregato finché hai una buona storia da raccontare", invece di scrivere insulsi editoriali su un sito web.

E a me che rimane? Il solito campionario di frasi da uomo geloso: "Baricco viene letto perché piace alle donne", "Scrive romanzi di facile presa ma di
poca sostanza", "E' bello, ma purtroppo sa di esserlo".
Ma la verità è un'altra. Lui è Baricco ed io no. E non avete idea di quanto mi rode.


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