Il Violinista Morgan, quasi Jones

Ed alla fine ce l'ha fatta.

Il kakodemone che gli ronzava nella testa è riuscito nel suo intento.

E' riuscito giusto ad alzare la voce quel tantinello che è bastato per farsi sentire da un giornalista a caccia di scoop.

E Morgan lo ha detto.

"Faccio uso di cocaina".

Era ora.

Non che facesse uso di cocaina, chiaramente.

Ma che la smettesse di correre in circolo dietro un utopistico ideale di libertà dal sapore intelletualoide.

Va bene essere "contro sé stesso", ma ve lo immaginate voi uno come Morgan, che sì, sarà pure un pirla, dalla antipatia contagiosa e insopportabile, che però sono sicuro non avrebbe meritato tanto, a fare la ola contento e sorridente insieme ad uno che ha scritto "Gelato al cioccolato" (quello si davvero simpatico)?

Oppure fare un giro di ballo con il Principe?

Ma non bastava, per essere libero, far prendere per i fondelli in diretta uno dei migliori pezzi scritti in Italia negli ultimi anni, dal quel gran critico musicale che è Simona Ventura?

Dai Morgan, non te la prendere, è solo che Freud e gli anelli nell'Io di Douggy Hofstadter avranno dato in testa anche a te.

Ma forse è stato meglio così.

Troppa libertà da tutto e da tutti può fare male se non hai le spalle larghe.

Io lo so che negli ultimi anni non hai fatto che rincorrere, studiare, non solo cantare, il Suonatore Jones, quello di Faber.

Che non hai fatto che scappare dall'immagine di intellettuale isolato e coerente che avevano dipinto per te, e che piaceva tanto a certa critica musicale.

Alla fine ce la avevi fatta.

Ma ora la tua nuova immagine cominciava a piacerti davvero troppo.

Per essere come lui dovevi finire con un flauto spezzato ed un campo alle ortiche.

Tu alle ortiche hai buttato un'altra serata inutile in televisione.

Per me, poco cambia, e sono sicuro non possa che farti bene.


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