La Nuova Italia

Vi devo dire la verità.
Temo che nel fondo della mia mente stia per cadere un tabù.

E' successo sentendo poche parole ad un tg, quelle di una signora veneta, vittima come tante dell'ultima alluvione che ha martoriato il nord-est un po' di giorni fa.
"Basta, non vogliamo più essere presi in giro da Berlusconi e Bossi!".
"Ma come?" faceva l'intervistatore "Anche Bossi? Ma lui difende i vostri interessi, lui vuole la Padania!!"
"Non è vero" ribatteva la signora "pure lui è un mangia mangia che passa tutto il tempo a Roma Ladrona. Basta, secessione!!!" si lamentava.
"Basta, secessione!!!" faceva eco un tipo intervistato più meno nello stesso giorno da un altro tg, questa volta nelle campagne alluvionate del salernitano.

Che vi devo dire, a dispetto della pioggia che si impegna tanto per unirci tutti, anche io comincio a convincermi che quella sia la strada giusta, ed è paradossale che mi succeda nel 150esimo anniversario dell'unità d'Italia.

Ed ecco qui la mia proposta, che cerca di salvare capra e cavoli.
Tanto per cominciare creiamo una federazione "light" di stati sovrani ed indipendenti.

Cosa accomuna, nello statuto fondativo di questa federazione, tutti questi stati?
Potremmo dire che è la lingua, quella italiana, ma, attenzione, solo come seconda lingua, dato che i dialetti sono molto più pratici per parlare fra gente dello stesso posto.
Insomma, solo questo, niente altro, un po' di italiano imparato a scuola giusto per parlarsi ogni tanto per telefono per sapere come è il tempo dall'altra parte.
Niente istruzione ("per me Masaniello era un grande, altro che quell'omm' e merd' di Mazzini"), niente sanità (che se ne frega uno che vive sulle montagne piemontesi dell'anemia mediterranea), niente difesa ("se a te i libici stanno sulle palle, non è un mio problema, per me sono brava gente").

Un beneficio collaterale che potremmo ottenere dal basare solennemente quel che rimane dell'unità nazionale solo sulla lingua italiana è che la nuova federazione potrebbe invocare in suo nome (della lingua) l'annessione del Canton Ticino, di San Marino e del Vaticano, tutti posti in cui la lingua italiana va per la maggiore, e non solo come seconda lingua.

Poi forse, più in là, a questa federazione potrebbero unirsi anche altri staterelli di lingua italiana, tipo Antigua, e tanti altri, anche di poche centinaia di persone, vaganti e sparsi per il mondo, anche singoli quartieri, tipo Little Italy a New York.
Sarebbe una bella Patria questa, vero?

Una patria molto romantica, all'antica.

L'unico problema è questo.
Saremmo davvero disposti fra qualche anno a farci deportare in massa in un lager cinese o serbo pur di riavere indietro una terra tutta per noi quando in fondo l'abbiamo già?


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